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La nuova squadra di Della Valle: Montezemolo, Bombassei, Guerra… E la Fiorentina?

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Il patron di Tod’s e della Fiorentina: «Do voce a chi non è nei partiti». Diego Della Valle rompe gli indugi e dichiara di voler istituire in un mese un nuovo movimento politico. Spiega che la fiducia degli italiani in Renzi non è illimitata e dice di voler puntare sugli indecisi e sul partitone silenzioso degli astenuti. Per la fine di dicembre avrà disegnato la piattaforma. Che presenterà non a Firenze, come qualcuno aveva pensato dopo aver letto la notizia, ma a Milano.

SERVIZIO PUBBLICO – Poco più di un mese fa il patron di Tods, in un’alluvionale intervista a Servizio Pubblico, la trasmissione di Michele Santoro, aveva in realtà fatto capire qualcosa. «Se serve bisogna impegnarsi per davvero», aveva detto a Santoro, spiegando di «pensare a uno strumento, che in qualunque momento permetta di poter dire anche al Presidente della Repubblica qual è il consiglio migliore, e di poter essere pronti, se si va al voto, per poter dire a molti milioni di persone: vediamo di scegliere le persone che ci piacciono». Insomma, se serve sono qui.

RENZI – Renzi, il vecchio amico Matteo delle partite dei viola viste fianco a fianco in tribuna d’onore, era stato il fulcro di tutto il suo lungo intervento: quasi un monologo nella trasmissione televisiva. Diego aveva affermato che il successo del Pd non apparteneva tutto al rottamatore, che fra l’altro si era scelto una squadra di ministri, persone non adeguate, alcuni partiti da paesetti vicino Firenze e arrivati al Governo per l’amicizia di Renzi.

UN MOVIMENTO DI DELUSI. Poi, a settembre, aveva dato del sòla a Renzi e a Marchionne, mentre a ottobre aveva affermato che il rottamatore stava diventando un pericolo. Arrivati a novembre, Diego ha gettato la maschera: «Voglio dare voce a coloro che non si riconoscono nei partiti e neanche in Renzi. Al massimo un mese e saremo pronti». Già, pronti. Ma per cosa? L’idea dell’imprenditore marchigiano è quella di mettere in piedi un movimento, con sede a Milano ma caratterizzato da una forte presenza sulla Rete, che raccolga tutti coloro che, come lui, sono delusi dal premier. La sfida politica lo intriga, la prospettiva di confrontarsi con Renzi è uno stimolo forte. Un Renzi che Della Valle ha ritenuto responsabile anche di avere stretto rapporti con Forza Italia.

CONTRO IL JOBS ACT – Del premier Diego ha bocciato le alleanze strette in nome della legge elettorale così come l’approccio alla riforma del lavoro; ha criticato «l’accanimento sull’articolo 18» perché non c’entra niente con la creazione di posti di lavoro e ha benedetto lo sciopero indetto da Cgil e Uil contro Legge di stabilità e Jobs Act («Ben venga, se è utile a recuperare energie disperse»).

LA SQUADRA – Ma quale potrebbe essere la sua squadra? Formata da grandi manager e imprenditori, senza politici. In testa potrebbe esserci il Governatore di Bankitalia Ignazio Visco che però finora ha sempre negato la sua disponibilità a gettarsi in politica. Fra gli obiettivi di Della Valle potrebbe esserci Andrea Guerra, ex amministratore delegato di Luxottica, già protagonista di un «gran rifiuto» ad entrare nella lista dei ministri di Renzi. E potrebbe esserci Alberto Bombassei, che ha condiviso con Monti e Montezemolo l’avventura di Scelta civica (8 per cento alle elezioni 2013, poi lo smembramento). Così come Passera. Ma Della Valle intende pescare anche fra quegli imprenditori d’Italia poco noti che, nonostante enormi difficoltà, continuano a contribuire alla crescita, con buone produzioni e attenta amministrazione.

FIRENZE – Non sappiamo ancora quali saranno le conseguenze per l’Italia di una discesa in campo del Presidente onorario della Viola. Ma i precedenti non sono entusiasmanti: né il patron di Tod’s sembra avere lo stessa capacità comunicativa (e le televisioni) di cui disponeva Berlusconi nel 1994, all’atto della sua scesa in campo. E’ ben vero che la carenza di soluzioni alternative costituisce attualmente la vera forza di Renzi, e che l’Italia avrebbe bisogno come il pane di gente capace, disinteressata, onesta ed esperta che si assumesse la responsabilità di guidare il Paese. Vista dall’esterno però l’iniziativa di Della Valle sembra aggiungere poco al quadro della politica, anzi sembra destinata a confondere maggiormente il campo, già frastagliato in troppi movimenti e movimentini di carattere personale che complicano l’azione di governo a livello nazionale. Su scala locale, e da tifoso della Fiorentina, temo che la discesa in campo di Della Valle procurerà a lui e alla squadra viola molte antipatie, più di quante non ne abbia accumulate finora. Senza contare che la questione dello stadio, che sembrava avviata a soluzione, potrebbe complicarsi con la presa di posizione di Della Valle di netta contrapposizione a Renzi, cosa che il Sindaco Nardella ovviamente non prenderebbe affatto bene. In conclusione mi sembra che la prevista aggiunta di un attore politico, sia pur di peso come Della Valle non porti molti benefici. Sicuramente non alla Fiorentina.

Diego Della Valle, movimento, politica


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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