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Piombino, le acciaierie Lucchini agli algerini di Cevital. Il commissario Nardi: «E’ l’offerta più vantaggiosa per creditori e lavoratori»

L'impianto siderurgico della Lucchini a Piombino
L’impianto siderurgico della Lucchini a Piombino

PIOMBINO – Le acciaierie Lucchini di Piombino saranno cedute al gruppo industriale algerino Cevital. Il semaforo verde è arrivato oggi 25 novembre al termine della riunione del Comitato di sorveglianza della Lucchini. Dopo il deposito delle offerte vincolanti per rilevare gli impianti di Piombino da parte della multinazionale siderurgica indiana Jsw Steel e, appunto, della società di Algeri, la scelta è ora definitiva.

L’offerta del Gruppo Cevital – si legge nella nota emessa dalla stessa Lucchini -, presenta condizioni più vantaggiose di quella concorrente, «sia per quanto riguarda gli interessi dei creditori, sia per ciò che concerne le ricadute sociali del Piano Industriale, che prevede a regime l’occupazione di tutto il personale di Piombino, mediante il rilancio della produzione di acciaio, e attraverso importanti elementi di diversificazione nei settori dell’agro-alimentare e della logistica e riguarda un perimetro più ampio, il che rappresenta uno dei criteri contemplati dal disciplinare di gara».

Il commissario straordinario Piero Nardi ha quindi richiesto al ministero dello Sviluppo economico, «di essere autorizzato alla stipula con il Gruppo Cevital del contratto preliminare di cessione dei seguenti rami d’azienda: Lucchini Piombino, Lucchini Servizi e Vertek Piombino, e alla cessione delle azioni di GSI Lucchini pari al 69,27% del capitale sociale».

Manca quindi l’ultimo atto formale, ossia la firma del ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi. Quanto all’offerta del gruppo Jsw Steel Limited, nella nota di Lucchini si rileva che anch’essa è stata «ritenuta meritevole di grande attenzione per l’interesse dimostrato verso il sito industriale di Piombino, e manterrà comunque validità giuridica fino a gennaio 2015».

Issad Rebrab, fondatore e presidente di Cevital
Issad Rebrab, presidente di Cevital

Lo scorso 28 ottobre il presidente e fondatore di Cevital, Issad Rebrab, aveva illustrato al governatore toscano, Enrico Rossi, i punti salienti dell’offerta vincolante presentata per rilanciare Piombino: investimenti per 400 milioni di euro, di cui 120 milioni nel 2015; due forni elettrici e un nuovo laminatoioper una capacità di produzione a regime di 2 milioni di tonnellate annue di acciaio; l’obiettivo di reimpiegare nell’arco di 2 anni la maggior parte dei circa 2 mila operai che stanno rischiando il posto.

Il Gruppo Cevital è attivo in quattro settori d’impresa: metallurgico-siderurgico, agroalimentare, servizi automobilistici, grande distribuzione. È presente nel mondo con 19 filiali e oltre 10 mila dipendenti. Fra i molteplici campi operativi, Cevital, come si legge sul sito web ufficiale del gruppo, è distributore in Algeria dei marchi Fiat, Alfa Romeo e Lancia.

Cevital è un gruppo che affonda le sue radici nell’attività imprenditoriale del suo fondatore Issad Rebrab, a partire dal 1971.Rebrab, classe 1944, attuale presidente del consiglio di amministrazione dell’azienda africana in cui sono presenti anche tutti e 5 i suoi figli, è stato inserito fra gli uomini più ricchi del mondo nella classifica annuale redatta dalla rivista americanaForbes: il suo patrimonio stimato è attorno ai 3 miliardi di dollari.

Lo scorso 6 settembre il magnate indiano Sajjan Jindal aveva incontrato a Firenze nell’arco della stessa mattinata in due distinti incontri il premier Matteo Renzi e il governatore Enrico Rossi. Sembrava fatta: il gigante asiatico della siderurgia era a un passo dall’acquisizione delle acciaierie Lucchini di Piombino, dopo una doppia, apparente, benedizione politica.

Col mese di ottobre, in extremis, quando già il progetto di Jsw Steel era in stato avanzato, ecco l’offerta di Cevital e il progressivo rovesciamento di fronte. Sempre più numerosi apprezzamenti, neanche tanto velati, sono arrivati nei confronti del gruppo algerino. Perfino il segretario nazionale della Fiom, Maurizio Landini, in polemica con il presidente di Federacciai, Antonio Gozzi, aveva di fatto perorato la causa degli algerini. Così come, al contrario, Federacciai aveva duramente criticato la possibilità che Cevital rilevasse le acciaierie di Piombino. Adesso, per Cevital, l’«operazione Piombino» è in discesa.


Domenico Coviello

Giornalista

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