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Riccardo Muti a Firenze: «Io al Colle? Macché: mi piace dirigere …»

Il messaggio di Riccardo Muti sul libro d'onore di Palazzo Vecchio
Il messaggio di Riccardo Muti sul libro d’onore di Palazzo Vecchio

FIRENZE – Giornata fiorentina per Riccardo Muti. Il celeberrimo direttore d’orchestra salirà stasera sul palco del nuovo Teatro dell’Opera per dirigere l’Orchestra giovanile Luigi Cherubini, da lui fondata, in un attesissimo concerto che ha fatto registrare il tutto esaurito, anche con l’aggiunta di 6 file di poltrone in platea, ricavate comprendo la buca degli orchestrali. Oggi pomeriggio il Maestro è stato accompagnato il Consiglio comunale dal sindaco Dario Nardella e lì ha tenuto un breve discorso di saluto alla città. Prima però ha parlato con i giornalisti all’ingresso di Palazzo Vecchio.

IPOTESI QUIRINALE – «Ma perché non mi fate continuare a dirigere, che mi piace tanto?», ha domandato con un sorriso a chi gli chiedeva cosa ne pensasse di una sua eventuale candidatura alla presidenza della Repubblica, di cui si è vociferato in questi giorni. «Ognuno – ha aggiunto – deve fare il suo mestiere». «Ogni generazione ha le sue responsabilità sulle spalle – ha poi dichiarato il Maestro -, però ha anche la responsabilità di scrollarsi di dosso gli errori delle generazioni precedenti. Quindi nel culturale se ci sono dei problemi, non è colpa del governo che c’è oggi, ma bisogna dare colpa alle generazioni del passato».

CREDERE IN NOI STESSI – «Nel passato – ha aggiunto Muti – tutti hanno sempre invocato lo studio della musica, della cultura, ma queste cose sono sempre state disattese. I figli pagano le colpe dei genitori e degli altri. Però io credo molto nella nuovissima generazione. Non faccio la solita menata di dire: ‘Largo ai giovani, via ai vecchi’; ci vogliono i vecchi ed i giovani, solo che bisogna mettere i giovani in condizione di lavorare. Inoltre noi italiani dobbiamo cominciare a pensare più positivamente nelle qualità del nostro paese, nelle qualità culturali, nella bellezza del nostro paese, nella moda, nei cibi, nei vini, in tutto quello che rappresenta l’Italia nell’immaginario del mondo intero. Per decenni e decenni non abbiamo sfruttato le possibilità derivanti da tutto questo».

TAGLI A CULTURA? PROBLEMA EUROPEO – Secondo Muti, infine, «il problema della cultura non è solo italiano ma ormai è diventato anche europeo. Nazioni che sono sempre state famose per il loro entusiasmo e il loro contributo alla cultura, in una situazione come quella di oggi hanno incominciato a tagliare».

MESSAGGIO D’AMORE PER FIRENZE – Il Maestro ha lasciato sul libro d’onore di Palazzo Vecchio un messaggio di «eterna gratitudine» per Firenze. «Alla Città di Firenze la mia eterna gratitudine – ha scritto Riccardo Muti – per aver creduto in me giovanissimo e sconosciuto e aver aperto la strada della mia vita artistica. Alla gratitudine si aggiungono l’ammirazione, l’orgoglio di appartenenza. A Firenze e al sindaco Nardella il mio grazie più profondo».

consiglio comunale, riccardo muti


Domenico Coviello

Giornalista

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