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Sanità: i precari del 118 manifestano sotto la Regione. Da 5 anni aspettano di essere regolarizzati

I medici del 118 protestano sotto la Regione Toscana
I medici del 118 protestano sotto la Regione Toscana

FIRENZE -Dalla prefettura di Firenze in via Cavour fino alla sede della Regione Toscana, questo il percorso che i medici del 118 hanno percorso stamani per protestare e chiedere il riconoscimento dei loro diritti. Una situazione, come raccontano i manifestanti, che non è più sostenbile: “Lavoriamo da 5 anni, garantiamo il servizio e chiediamo solo di essere stabilizzati come promesso”.

Fischietti, slogan e striscioni, questi gli elementi principali di un corteo che ha avuto come scopo quello di sottolineare il ruolo fondamentale che i medici del 118 hanno all’interno del sistema sanitario toscano.

“Ad oggi – spiegano i manifestanti – in Toscana ci sono 5 diverse tipologie contrattuali,  per medici che svolgono lo stesso lavoro di medico di emergenza. Una situazione che inevitabilmente crea disparità di trattamento”.

Ad aggiungersi alle proteste dei medici, pochi giorni fa anche l’arrivo della procedura di infrazione della UE contro l’Italia per non aver stabilizzato il personale del pubblico impiego con contratti a termine da più di tre anni.

Solidarietà ai medici del 118 arriva anche dai consiglieri regionali Staccioli di Fratelli d’Italia e Nascosti di Forza Italia. «Nelle scorse settimane – sottolineano i due consiglieri – il Consiglio aveva approvato all’unanimità una mozione a sostegno dei precari, ma non sono ancora arrivate le norme attuative, e il tempo stringe. Vorremmo che questi lavoratori possano trascorrere il Natale senza l’incubo di restare senza un impiego».

Una protesta che non nasce solo dal presidio di oggi ma che arriva da molto lontano e dal silenzio che è scaturito in questi mesi dalla firma dell’accordo 5 maggio scorso sul futuro dei medici e dell’intero sistema dell’emergenza-urgenza territoriale.

«Finora – spiega il consigliere regionale di Forza Italia Stefano Mugnai che più e più volte si è occupato della questione – questi medici che operano nel settore forse più delicato della sanità hanno visto, negli anni, stabilizzarsi unicamente la loro precarietà. Non solo: non hanno garantita neppure la copertura assicurativa».

 

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Rebecca Romoli

Giornalista
rebecca.romoli@gmail.com

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