Pisa, in un libro cittadini e istituzioni si incontrano. L’esperienza del prefetto Tagliente

da ROMA – Da Firenze a Roma, quindi a Pisa. Un percorso di partenariato tra cittadini, forze dell’ordine e istituzioni, rivissuto attraverso le testimonianze dirette dei protagonisti e le parole di Francesco Tagliente, che è stato questore prima nel capoluogo toscano poi nella capitale e quindi prefetto nella città della Torre pendente fino al giugno 2014.
È stato questo il tema dell’incontro che si è svolto oggi 5 dicembre a Roma presso la Federazione Nazionale della Stampa, durante la presentazione del libro di Candida Virgone «Buone pratiche a Palazzo Medici – Il nuovo passo della Prefettura» (Pacini Editore). Presenti, tra gli altri, il sottosegretario all’Interno Domenico Manzione, il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, il sindaco di Pisa Marco Filippeschi. Tutti in veste non istituzionale ma amichevole, testimoni spontanei di quel ruolo, svolto con tenacia e perseveranza da Tagliente, di «sarto istituzionale» che ben si addice ad un prefetto della Repubblica, come lo ha ben sintetizzato il consigliere di Stato Carlo Mosca nel suo intervento, precisando anche che non si è tanto «prefetto di governo» quanto «prefetto dei cittadini».

Il libro «Buone pratiche a Palazzo Medici» prende idealmente il seguito di un precedente saggio «Fiorentini e Polizia. Cronache di un’intesa», pubblicato nel 2010 nel capoluogo toscano, dove dalla cronaca di tutti i giorni uscirono episodi, situazioni, emozioni che hanno messo in contatto la gente con le donne e gli uomini in divisa. Ne è uscita, oggi come ieri, una «intesa» non scritta né cercata, ma non per questo meno sentita e consapevole.
Nel nuovo libro, «pisano» per circostanza ma testimone di un modello largamente esportabile, sono raccolte oltre sessanta testimonianze, che mettono in luce le politiche gestionali che la prefettura di Pisa è riuscita a mettere in campo nell’interesse della collettività.
Si parte dalla lotta alla criminalità e dalla tutela della sicurezza passando attraverso il monitoraggio dell’usura e delle infiltrazioni mafiose per arrivare fino alle politiche di ascolto, all’imprenditoria in crisi o alle strategia di tutela e valorizzazione del territorio. Il tutto dando, di volta in volta, voce ai cittadini e alle loro storie, agli amministratori, alle istituzioni universitarie o alle realtà sportive.
Al termine, tra sorrisi e strette di mano, è stata consegnata al prefetto Tagliente una maglia nerazzurra della squadra del Pisa. Con il suo cognome e il numero 1. L’arguzia pisana lascia ora spazio a due ipotesi: la prima è «meglio che giochi in porta, all’attacco ci pensiamo noi» oppure «per noi sarà sempre il numero 1». Il dibattito resta aperto. Magari fino al prossimo libro.
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