Piombino, Acciaierie: da Lucchini a Cevital. E gli algerini annunciano: «Aumenteremo i posti di lavoro»

ROMA – I quasi duemila operai delle acciaierie di Piombino cominciano a sperare davvero. E con loro tutta la città portuale toscana, che vede meno lontano il momento di un rilancio produttivo ed economico. Stamani 9 dicembre, infatti, a Palazzo Chigi, alla presenza del premier Matteo Renzi, è stata firmata l’acquisizione degli stabilimenti Lucchini da parte del gruppo industriale algerino Cevital, il maggiore del Paese nordafricano, con 19 filiali nel mondo. «Abbiamo un grande progetto per Piombino – ha dichiarato il presidente e fondatore di Cevital, Issad Rebrab -, non solo per il siderurgico ma per la creazione di una piattaforma logistica in tutto il Mediterraneo. Non solo manterremo il livello occupazionale, ma vogliamo incrementare i posti di lavoro».
«Provo soddisfazione, gioia e gratitudine per l’accordo siglato oggi – ha detto Renzi -. Un settore per noi decisivo e un accordo strategico per Cevital. Piombino è un pezzo del futuro dell’Italia». Il presidente del Consiglio ha infine sottolineato che il governo sarà «al fianco delle imprese e di Cevital, come lo saranno il Comune di Piombino e la Regione Toscana. Vorrei sottolineare come questa settimana il governo, con le capacita’ del ministro dello sviluppo economico, Federica Guidi, e dei sindacati, sia stato in grado di portare a casa un risultato importante anche per lo stabilimento di Terni». Renzi si è rivolto poi alle forze sindacali. «Grazie ai sindacati – ha detto -, perché abbiamo opinioni diverse su tante questioni ma nel merito di vertenze fondamentali è importante lavorare insieme».
«Sono veramente contento e orgoglioso di questo risultato – ha sottolineato il presidente della Toscana, Enrico Rossi, presente alla firma a Palazzo Chigi -. Abbiamo avuto una bella gara tra due grossi gruppi industriali. Gli algerini hanno presentato l’offerta migliore. Con loro Piombino tornerà a produrre acciaio e svilupperà anche altre attività produttive e commerciali, e il porto diventerà un importante infrastruttura logistica, destinata a movimentare oltre 12 milioni di tonnellate di merci, tra siderurgia e agroalimentare. E, fatto non secondario, si prevede non solo il mantenimento dell’occupazione ma, con il progetto a regime, un aumento dei posti di lavoro». «Il vero protagonista di questa vicenda – ha proseguito – è stato l’intervento pubblico con gli investimenti per l’ammodernamento, 130 milioni, le bonifiche e gli incentivi per il polo siderurgico, altri 140 milioni. Tutto questo ha creato le premesse per attrarre investimenti».
