Pisa, trapianto di rene a un bambino, da donatore incompatibile: la mamma. Un successo. È la prima volta in Italia

PISA – Intervento chirurgico senza precedenti a Pisa. È stato effettuato con successo, per la prima volta in Italia, un trapianto di rene da donatore doppiamente incompatibile: sia per gruppo sanguigno che per anticorpi. L’operazione si è svolta nel marzo scorso ma la notizia è stata diffusa oggi 9 dicembre non appena si è avuta certezza che il paziente, un bambino di 8 anni, e il donatore, sua madre, non hanno avuto crisi di rigetto.
Il piccolo è nato a San Marino con una grave insufficienza renale che lo ha costretto in dialisi già dal primo anno di età. L’intervento è stato condotto nel centro trapianti di Pisa dal chirurgo Ugo Boggi. L’eccezionalità del trapianto, ha spiegato Boggi, «si sintetizza essenzialmente in due fattori, fino a questo momento considerati invalicabili: trapiantare in un bambino di piccola taglia il rene di un adulto e trapiantare un organo doppiamente incompatibile, per gruppo e per la presenza di anticorpi, evitandone il rigetto». «Noi abbiamo scelto – ha concluso Boggi – di percorrere questa strada con prudente coraggio e il risultato è stato fortunatamente positivo».
Il bimbo aveva già tentato il trapianto di rene, ma il primo tentativo effettuato in un centro trapianti pediatrico era fallito. Il 27 agosto 2010, infatti, il bambino aveva già subito un trapianto da cadavere pediatrico, ma non andò a buon fine per trombosi (cioè per la coagulazione del sangue all’interno dei vasi), un’eventualità frequente nei trapianti eseguiti nei bambini piccoli, soprattutto se il donatore è un coetaneo o è comunque un bambino piccolo.
Nel sangue del bambino restarono le tracce di quel fallimento: si è «immunizzato» con oltre il 90% dei potenziali donatori perché il suo sistema immunitario produce anticorpi in grado di reagire con gli antigeni (le proteine che determinano la compatibilità immunologica) del 92% dei possibili donatori. La famiglia allora si rivose ad alcuni centri di trapianto, ottenendo da tutti la stessa risposta: è necessario inserire il bambino in lista d’attesa e «sperare» in un donatore cadavere compatibile. Poi il ricorso al centro pisano e per il piccolo, dal marzo scorso, è cominciata una nuova vita.
