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Governo, decreto anticorruzione: I condannati restituiranno il maltolto, pene aumentate, prescrizione più lunga

consiglio dei ministri

«Si sappia che da questa parte del tavolo c’è gente che non si darà tregua finchè ogni angolo d’Italia non sarà analizzato, eviscerato sui fenomeni corruttivi». Con queste parole il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha annunciato lo spirito del ddl approvato dal Consiglio dei Ministri per rendere più efficace la lotta alla corruzione. E ha sottolineato che chi viene condannato “deve essere messo nelle condizioni di pagare tutto fino all’ultimo giorno, fino all’ultimo centesimo”. Ora, ha aggiunto Renzi, quella data dal Governo sulla corruzione “è una risposta seria, speriamo che il Parlamento sia il più veloce possibile”. Ma vediamo in sintesi le principali novità.

PENE – Il disegno di legge ha innanzitutto aumentato le pene previste, rendendole più severe: “La pena minima per la corruzione propria passa da 4 a 6 anni, e la massima da 8 a 10 anni”, ha annunciato il presidente del Consiglio.

PATTEGGIAMENTO – “Il patteggiamento, per effetto dell’aumento della pena massima, non puo’ escludere la pena detentiva. Aumentando la pena massima, si allunga anche la prescrizione di due anni”. Così il Ministro Orlando ha annunciato la seconda conseguenza del provvedimento. E ha aggiunto: Accanto all’inasprimento delle pene detentive, c’è l’aggressione del denaro che è la cosa che fa più paura ai corrotti e ai corruttori: dobbiamo aggredire il malloppo”

PRESCRIZIONE – Per quanto riguarda la prescrizione, che si allunga, Renzi ha spiegato che la nuova norma non si applica al passato. “Vige il principio giuridico del favor rei”, ha detto. Le nuove regole sulla prescrizione si approveranno a partire da quando “il testo diventerà legge, mi auguro nel tempo più breve”.

CONFISCA – Infine è stata resa più semplice anche la confisca dei beni dei corrotti e questo riguarda anche gli eredi. La restituzione del maltolto infatti è ritenuta una delle sanzioni più efficaci. L’aggressione ai patrimoni, come per la lotta alla mafia, è la vera chiave di volta. Sottrarre il malloppo fa più paura della detenzione e restituisce alla società quello che le è stato tolto”.

AUTORICICLAGGIO – A chi chiedeva indicazioni sulle norme dell’autoriciclaggio approvate il premier ha risposto: C’è chi le cose le fa e chi le fa ha il dovere di andare avanti. Comunque prima” il reato di autoriciclaggio “non c’era e ora c’è.

Adesso la palla passa al Parlamento, che dovrà approvare alla svelta il provvedimento, sul quale Renzi ha già annunciato che è disposto a mettere la fiducia.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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