Skip to main content

Etichette: le norme dell’UE penalizzano gli alimenti made in Italy. A rischio la tutela della salute. Il governo che fa?

Senza etichette sui prodotti, come vuole l'UE, il rischio per la tracciabilità degli alimenti diventa  molto alto
Senza etichette sui prodotti, come vuole l’UE, il rischio per la tracciabilità degli alimenti diventa molto alto

ROMA – Nuove norme comunitarie in vigore per gli alimenti: ma il made in Italy è a rischio. E’ la denuncia di Coldiretti, che rileva forti contraddizioni nella normativa appena entrata in vigore. Se infatti da una parte le nuove etichette UE riporteranno più informazioni, dall’altra l’indicazione di provenienza non sarà più obbligatoria per molti alimenti: come prosciutti, succhi di frutta, formaggi e latte, per cui il finto made in Italy è in agguato. In particolare contiene materie prime straniere circa un terzo della produzione complessiva dei prodotti agroalimentari venduti in Italia ed esportati con il marchio Made in Italy, all’insaputa dei consumatori e a danno delle aziende agricole.

Se da una parte la nuova normativa comunitaria sulle etichette degli alimenti rappresenta un passo in avanti, dall’altra -denuncia Coldiretti- non impedisce gli inganni del finto Made in Italy sugli scaffali, dove due prosciutti su tre sono venduti come italiani, anche se provenienti da maiali allevati all’estero. E dove tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro sono stranieri senza indicazione in etichetta, mentre oltre un terzo della pasta in commercio è ottenuta da grano che non è stato coltivato in Italia. Per non parlare delle mozzarelle, metà delle quali sono fatte con latte straniero o addirittura semilavorati industriali (cagliate) provenienti dall’estero.

Non dovranno avere l’indicazione di provenienza pasta, carne di maiale e salumi, carne di coniglio, carne di pecora e agnello, frutta e verdura trasformata, derivati del pomodoro diversi da passata, formaggi, derivati dei cereali (pane, pasta), latte a lunga conservazione, concentrato di pomodoro e sughi pronti. Sarà invece indicata l’origine di carne di pollo e derivati, carne bovina, frutta e verdura fresche, uova, miele, passata di pomodoro, latte fresco, pesce, olio extravergine di oliva.

ETICHETTE – Le indicazioni obbligatorie dovranno essere scritte con caratteri più chiari e grandi, con una dimensione minima di almeno 1,2 mm (o 0,9 nel caso di confezioni piccole).

RESPONSABILE – Tra le informazioni obbligatorie dovrà esserci nome e indirizzo del responsabile dell’alimento, ossia l’operatore con il cui nome o con la cui ragione sociale è commercializzato il prodotto. Tale indicazione, precisa Coldiretti, non va confusa con quelle dello stabilimento di produzione, obbligatoria per la norma nazionale ma che ora diventa facoltativa, apponibile con l’unica accortezza di non ingenerare confusione nel consumatore rispetto all’indicazione obbligatoria del soggetto responsabile.

ALLERGENI – Dovranno essere indicate con maggiore evidenza rispetto alle altre informazioni le sostanze allergizzanti o che procurano intolleranze (come derivati del grano e cereali contenenti glutine, sedano, crostacei, anidride solforosa, latticini contenenti lattosio). Anche i ristoranti e le attività di somministrazione di alimenti e bevande dovranno comunicare gli allergeni, tramite adeguati supporti (menù, cartello, lavagna o registro), ben visibili dall’avventore.

OLI E GRASSI – Non sarà più possibile ingannare il consumatore celando, dietro la definizione generica di “oli vegetali” o “grassi vegetali”, l’utilizzo di oli o grassi tropicali a basso costo (es. olio di palma, di cocco o di cotone, che hanno effetti sulla salute). D’ora in poi tra gli ingredienti si dovrà specificare quale tipo di olio o di grasso è stato utilizzato.

CONGELATI – In caso di carne e pesce congelato e preparazioni congelate di carne e pesce congelato non lavorato, andrà indicata la data di congelamento. Nel caso di alimenti che sono venduti decongelati, la denominazione dell’alimento verrà indicata chiaramente con il termine “decongelato”.

PRODOTTO – Dovranno essere indicati con chiarezza i trattamenti subiti dal prodotto e dall’ingrediente. Ad esempio, non sarà possibile utilizzare solo il termine “latte”, se si usa latte in polvere o proteine del latte.

INGREDIENTI – Per tutelare il consumatore da indicazioni ingannevoli, quando si sostituisce un ingrediente normalmente utilizzato con un altro ingrediente, come ad esempio i sostituti del formaggio, l’ingrediente succedaneo impiegato va specificato immediatamente accanto al nome del prodotto, utilizzando caratteri adeguati (pari almeno al 75% a quelli utilizzati per il nome del prodotto).

CAFFEINA – Per tutelare bambini e donne in gravidanza e in allattamento sono previste avvertenze particolari per determinati alimenti contenenti caffeina, come gli “energy drinks”.

MONOPORZIONI – La data di scadenza dovrà essere riportata su ogni singola porzione preconfezionata e non più solo sulla confezione esterna.

 

alimenti, etichette, ue


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Time limit is exhausted. Please reload the CAPTCHA.

Firenze Post è una testata on line edita da C.A.T. - Confesercenti Toscana S.R.L.
Registro Operatori della Comunicazione n° 39741