Firenze, il cardinale Betori: «Carceri in condizioni disumane»

FIRENZE – Un pensiero particolare rivolto ai carcerati. Poiché «oppressione e violazione della dignità umana assumono molte forme nella nostra società». Così l’arcivescovo di Firenze, cardinale Giuseppe Betori, nell’omelia per la messa dell’Epifania nella cattedrale di Santa Maria del Fiore.
Tra queste violazioni Betori ne ha voluta citare una con precisione: «Le condizioni disumane in cui versano le nostre carceri, che non assicurano dignità di persona e possibilità di riscatto ai detenuti».
Il carcere, secondo l’arcivescovo, deve «garantire condizioni di vita dignitosa e percorsi di riabilitazione e reinserimento sociale a chi, pur avendo commesso delitti, non può però essere rifiutato per sempre, senza prospettiva di espiazione e di rinascita».
Rifacendosi alla luce che insieme al cammino è uno dei simboli dell’Epifania cristiana, Betori si è chiesto «quali siano oggi i nostri idoli, quelli che facciamo entrare in concorrenza con lo splendore della luce che è Dio».
«Si è persa l’identità propria dell’uomo» e questo porta ad altre forme di idolatria, «quelle legate alla presunzione dell’uomo di farsi misura a se stesso, di pensare di poter trovare felicità andando dietro alle proprie voglie, senza riferimenti morali e dimenticando gli altri». «Dall’individualismo, che trasforma i desideri in diritti, scaturisce anche l’indebolimento dei legami sociali – ha concluso l’arcivescovo -, fino alla ricerca di affermare se stesso contro l’altro, fino a schiacciarlo, a schiavizzarlo».
