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Tasse, spesa pubblica e reddito in aumento: consumi in calo. Sforato il 3% deficit-pil. Débâcle del governo

Il premier, Matteo Renzi
Il premier, Matteo Renzi

Matteo Renzi, nel vantare i risultati del suo governo (in realtà scarsi) ha sottolineato soprattutto due fattori: a) il bonus da 80 euro serviva sì a aumentare i rediti più bassi, ma aveva soprattutto la finalità di rilanciare i consumi;  b) il suo governo è stato il primo ad abbassare le tasse.

L’Istat, l’Istituto Nazionale di Statistica, che dovendo maneggiare numeri non fa politica, ha offerto una situazione completamente opposta. L’ultima analisi dell’Istituto ci dice infatti che  il famoso bonus da 80 euro è finito sul conto corrente degli italiani e non è stato speso nei negozi. A conferma di quanto avevano già detto le associazioni dei commercianti. Secondo i dati sul terzo trimestre del 2014, infatti, il reddito disponibile è cresciuto, ma i consumi sono rimasti al palo. Inoltre nel terzo  trimestre 2014 la pressione fiscale è salita, non diminuita.

Infine, fattore non secondario, i nostri conti pubblici sono peggiorati, il che significa che non è stato posto un argine alla spesa. Il rapporto tra deficit e Pil è salito ancora e ha raggiunto il 3,5%, sforando così il limite del 3% imposto dall’Europa.

Ecco in sintesi, punto per punto, le rilevazioni Istat.

REDDITO – Dal lato dei consumatori l’Istat segnala che il reddito disponibile delle famiglie è aumentato nel III trimestre dell’1,8% rispetto al trimestre precedente e dell’1,4% rispetto al corrispondente periodo del 2013. Cresce anche il potere d’acquisto che, tenuto conto dell’andamento dei prezzi, è aumentato dell’1,9% nel terzo trimestre del 2014 rispetto al trimestre precedente, e dell’1,5% rispetto al terzo trimestre 2013.

SPESA – La spesa delle famiglie per consumi finali, in valori correnti, resta però invariata rispetto al trimestre precedente e in lieve aumento (+0,4%) rispetto al corrispondente periodo del 2013. 

RISPARMIO –  Quanto alla propensione al risparmio delle famiglie consumatrici, misurata al netto della stagionalità, è stata pari al 10,8% nel terzo trimestre del 2014, in aumento di 1,6 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 0,9 punti percentuali rispetto al corrispondente trimestre del 2013

CONTI PUBBLICI – Il rapporto tra deficit e Pil nell’ultima parte dell’anno scorso è salito di 0,2 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2013 e ha raggiunto il 3,5%. Nei primi nove mesi del 2014 il rapporto è stato del 3,7%, peggiore di 0,3 punti percentuali rispetto a quello misurato nel corrispondente trimestre del 2013. L’obiettivo del governo era il 3% nel rispetto dei parametri Ue per il 2014.

TASSE –  Sale anche la pressione fiscale che, sempre nel terzo trimestre del 2014, si attesta al 40,9%, 0,7 punti percentuali in più rispetto allo stesso periodo del 2013. Nei primi 9 mesi dell’anno scorso invece la pressione fiscale è calata di 0,2 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2013. Migliora leggermente il saldo primario (indebitamento al netto degli interessi passivi) che è risultato positivo, con un’incidenza sul Pil dello 0,8%, inferiore di 0,5 punti percentuali rispetto all’1,3% del terzo trimestre del 2013. Nei primi 9 mesi dell’anno il saldo primario è stato positivo e pari allo 0,9% del Pil contro l’1,4% dello stesso periodo del 2013.

Rispetto agli annunci e alle promesse del rottamatore sembra quasi un bollettino di guerra, una débâcle completa. Nessuno degli obiettivi del governo sui temi importanti trattati sopra è stato raggiunto, anzi. Sicuramente l’Istat entrerà di diritto nella lista dei gufi, che ormai si allunga a dismisura.

 

 

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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