Foibe: una medaglia ad Anacleto Bacchi, vittima toscana dello sterminio

FIRENZE – Anacleto Bacchi era originario di Calenzano, località nel comune di San Miniato di Pisa. Soldato nella seconda guerra mondiale, fu fatto prigioniero sul fronte orientale nella zona di Zagabria, scomparve e fu dato per disperso. Solo dopo decenni fu appurato che era una delle migliaia delle vittime delle foibe.
Al nipote Enzo, che vive a Empoli, il prefetto di Firenze Luigi Varratta ha oggi 10 febbraio consegnato la medaglia e l’attestato del Presidente della Repubblica in occasione del «Giorno del Ricordo delle Foibe e dell’Esodo Giuliano-Dalmata». Lui, Enzo Bacchi, non ha un ricordo diretto della tragedia del nonno, anche se in famiglia ne hanno sempre parlato molto. «Son cose da non dimenticare – ha detto Bacchi – c’è tanto male nel mondo, ma voglio avere fiducia».
La breve ma sentita cerimonia si è svolta a Palazzo Medici Riccardi, sede della prefettura fiorentina, dove il prefetto Varratta ha ripercorso la storia di quel periodo. «Una follia – ha detto – come la Shoah che abbiamo commemorato pochi giorni fa. Soprattutto i giovani devono averne una coscienza continua, specialmente ora che nel mondo accadono tanti fatti tragici che annientano la dignità umana».
Altri due fiorentini sono stati insigniti dello stesso riconoscimento alla memoria: si tratta di Giorgio Baldini e di Aldo Bartolini, i cui congiunti hanno ritirato la medaglia nel corso della cerimonia (vedi qui video) che si è svolta nel pomeriggio a Roma, a Palazzo Montecitorio, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Per troppo tempo – ha detto il capo dello Stato – le sofferenze patite dagli italiani giuliano-dalmati con la tragedia delle foibe e dell’esodo hanno costituito una pagina strappata nel libro della nostra storia».
