Pisa, la giunta di Filippeschi sull’orlo della crisi. Se ne va anche il civatiano Landucci

PISA – Numeri risicati in Consiglio comunale: 17 consiglieri di maggioranza (sindaco escluso) contro 15 di opposizione; una forza politica, Sinistra ecologia e libertà, che da pochi giorni ha abbandonato la coalizione che governa la città, a cominciare dall’assessore alla Cultura, Dario Danti; un noto e stimato consigliere comunale civatiano, Stefano Landucci, che oggi 16 febbraio è ufficialmente uscito dal Pd e dalla maggioranza.
La settimana del Mercoledì delle Ceneri (dopodomani, nella tradizione cattolica) comincia nel segno della punizione, più che della penitenza, per il sindaco Marco Filippeschi e la sua Giunta. Il primo cittadino proverà a consolarsi, oggi pomeriggio, con l’inaugurazione a Palazzo Gambacorti di una mostra su Sandro Pertini, e forse un pò del coraggio del presidente-partigiano potrebbe essergli utile.
Quantomeno per raccogliere da terra i cocci della sua Giunta e della sua maggioranza. Martedì 10 febbraio, contestualmente al varo da parte di Sat della fusione con Adf, si era dimesso per protesta l’assessore di Sel, Dario Danti. In città, a sinistra come a destra e in vasti strati della popolazione, è forte l’ostilità verso l’accorpamento della gestione dell’aeroporto Galilei con quello di Peretola. Ieri, domenica 15 febbraio, all’Arena Anconetani è apparso un maxi striscione degli ultras della Nord contro «lo scippo» dello scalo da parte di Firenze e i «politici pisani buffoni».

C’è una parte di Pisa che vive come un lutto drammatico la fusione degli scali aeroportuali. È percepita come un «furto» da parte dei fiorentini, che, dietro lo «schermo» del gruppo Corporacion America del magnate armeno-argentino Eduardo Eurnekian, avrebbero «messo le mani» sul Galilei – è la diffusa convinzione popolare – per poter ottenere finanziamenti pubblici a vantaggio di Peretola, fare concorrenza a Pisa, e «spartirsi il bottino» di un aeroporto intercontinentale in crescita continua come quello finora gestito da Sat.
Al di là di tutto questo, però (gli azionisti di Sat hanno approvato la fusione con Firenze a stragrande maggioranza, compresi Comune e Provincia di Pisa, Fondazione Pisa e Camera di commercio pisana), la vicenda dello sviluppo del Galilei è la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Anche dal punto di vista del consigliere Landucci, di area civatiana, spesso critico nei confronti del suo partito, che ha ufficializzato stamani la sua uscita dal gruppo dem e dalla maggioranza che sostiene la giunta di Marco Filippeschi. Dopo l’uscita di Sel, Landucci ritiene la politica del suo partito «a livello nazionale, regionale e comunale non più conforme agli ideali» con cui è nato il Pd e aderirà al gruppo misto. In Comune, ha spiegato in una conferenza stampa, «l’uscita di Sel sposta l’asse della coalizione a destra, replicando quanto già tristemente accaduto a livello nazionale e quanto purtroppo si profila a livello regionale».
Stefano Landucci è stato inoltre uno degli animatori della sfida a Enrico Rossi lanciata da Luciano Modica, l’ex rettore pisano che non è poi riuscito a raccogliere le 9 mila necessarie per ottenere le primarie in seno al Pd per la presidenza della Regione. E adesso rimprovera al suo ex partito «di essere stato sordo di fronte alla richiesta di dibattito che avevamo fatto con le primarie per il presidente della Regione». «In questa direzione mi ero mosso con le firme a sostegno di Modica – ha aggiunto Landucci -, con il risultato di una chiusura netta del Pd toscano».
Le tensioni nel Pd pisano vengono da lontano. E se per il momento restano all’interno della maggioranza che sostiene Filippeschi alcuni dei consiglieri più vicini alle posizioni di Stefano Landucci, come Veronica Fichi, Stefano Gallo e Lisa Cioncolini, la base consiliare su cui si appoggia la Giunta perde pezzi sempre più grossi. Lo stesso sindaco ha tentato, invano, di convincere Stefano Landucci a non abbandonare il Pd per il Gruppo Misto, in un lungo colloquio personale, domenica 15 febbraio.
Sulla pagina Facebook di Landucci fioccano intanto le attestazioni di stima, anche a volte nella diversità di posizioni politiche. Compresa quella di Dario Danti, l’assessore di Sel dimessosi una settimana fa, (che per giovedì prossimo ha indetto una pubblica assemblea al Teatro Sant’Andrea per spiegare le sue ragioni). Tace invece, sulla vicenda, il sindaco Filippeschi sul suo profilo Facebook. E posta una foto sorridente del presidente Pertini. Meglio consolarsi col ricordo di «nonno Sandro». Anche di fronte a elettori che, sui social network, invocano elezioni anticipate per rinnovare Consiglio e Giunta. Magari in concomitanza con le regionali di maggio.
