
Aeroporti toscani: mancano 100 milioni per la pista di Peretola. Ma Riggio (Enac) assicura: «Prima di Pasqua la conferenza dei servizi»

FIRENZE – «Prima di Pasqua riuniremo la conferenza dei servizi per l’aeroporto di Peretola. Prima per la nuova pista da 2.400 metri, l’opera più urgente che dovrebbe essere ad agosto, con l’apertura dei cantieri. Poi penseremo al progetto per rinnovare l’aerostazione. Firenze e Pisa diventeranno un tutt’uno strategico, in linea con il piano nazionale degli aeroporti».
Dopo aver espresso piena soddisfazione per la scelta dei soci di fondere Adf (Società Aeroporto di Firenze) e Sat (Società aeroporto toscano) nella nuova sigla “Aeroporti toscani”, Vito Riggio, presidente dell’Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile, annuncia a FirenzePost tempi rapidi per i lavori. L’obiettivo è quello di mettere gli scali di Firenze e Pisa, dopo decenni passati a farsi la guerra, in condizione di rappresentare un polo d’attrazione capace di far volare, insieme 11-12milioni di passeggeri l’anno. Almeno 4-5 milioni da Firenze e gli altri 6-7 da Pisa. L’acquisizione della maggioranza delle azioni da parte del gruppo Corporacion America, del magnate armeno-argentino Eduardo Eurnerkian, ha posto fine alle guerre di campanile. Mentre le dispute sulla lunghezza della nuova pista sono state chiuse da Enac, ente al quale spettano le scelte su ogni questione che riguarda l’aviazione civile. L’Enac ha deciso: la pista sarà di 2.400 metri nel rispetto della sicurezza e dei regolamenti internazionali. L’indicazione della Regione Toscana, attraverso il Pit (Piano integrato territoriale della piana fiorentina), era di 2.000 metri. Ma è stato chiarito, anche dal ministero dei trasporti, che non può essere la Regione a determinare la lunghezza della pista di un aeroporto.

«Ho scritto al presidente della Regione, Enrico Rossi, spiegando le ragioni della scelta dei 2.400 metri e credo che il problema sia definitivamente accantonato», spiega Riggio. Che continua: «Il nostro Paese sta facendo uno sforzo enorme in due direzioni: modernizzarsi e uscire dalla crisi. Firenze e Pisa costituiranno un solo polo aeroportuale. L’Italia deve poter spiccare il volo anche dalla Toscana, come recita appunto il piano nazionale degli aeroporti. Schermaglie e polemiche sono fuori tempo e fuori luogo».
Per dotare Firenze della nuova pista e della nuova aerostazione servono 300 milioni di euro. Metà a carico della società che gestisce lo scalo e metà promessi dal governo. Il cui impegno è stato ribadito qualche settimana fa dal ministro Maurizio Lupi. Il problema? Che per ora, su 150 milioni previsti, ne sarebbero arrivati solo 50. Ne mancherebbero 100.
«Non ho dubbi sul fatto che i soldi arriveranno, ma l’augurio è che si faccia presto», chiosa Riggio. Che poi spiega: «I lavori devono cominciare secondo le previsioni, ossia in agosto. Altre perdite di tempo non ce le possiamo permettere. Posso assicurare che l’Enac farà la sua parte nei tempi previsti».
Aeroporti toscani, Firenze, pisa

Pierluigi
Se la via dell’inferno è lastricata di buone intenzioni, quella dei lavori celeri in Toscana è lastricata di aria fritta, per non entrare nel gergo delle parolacce.Ho lavorato come topografo (rilevatore di terreni) nel comprensorio della piana di Sesto Fiorentino e nei territori limitrofi, e conosco bene sia le difficoltà del terreno, in quanto tutti i torrenti e canali che provengono sia da monte Morello che dai monti ad ovest di Calenzano andranno ad intersecare verticalmente la nuova pista, sia le difficoltà che si avranno per dover spostare quasi tutta la viabilià della piana, che, salvo la Perfetti Ricasoli-Mezzana di Prato, si snoda da nord a sud, intersecando in più punti la nuova pista.
Considerando anche l’ostracismo dei vari Comuni interessati (adesso che è cambiata l’Amministrazione ci si è messa anche Prato), credo proprio che prima di cinque o sei anni non avremo concluso niente. Se poi i finanziamenti arriveranno a rate, invece che spese effettive per i lavori, avremo dei soldi buttati, come per la famosa bretella autostradale Lastra a Signa-Prato.
Gabriele
Voglio sperare che questo governo non faccia pasticci (per usare un eufemismo) con un’opera FONDAMENTALE per il futuro di Firenze.
imbianchino
Speriamo bene allora…