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Censis: gli italiani si sentono ancora ceto medio (ma lo stile di vita tende al ribasso)

Giuseppe De Rita, presidente del Censis
Giuseppe De Rita, presidente del Censis

ROMA – Gli italiani si sentono ancora ceto medio. È quanto ha rilevato il Censis nel decimo numero del «Diario della transizione» che ha l’obiettivo di cogliere e descrivere i principali temi in agenda in una difficile fase di passaggio attraverso una serie di note di approfondimento diffuse nel 2014 e nel 2015.

CETO MEDIO – Pensando alla propria condizione economica attuale, informa il Censis, il 54% degli italiani si sente ceto medio, il 18% classe lavoratrice e il 16% ceto popolare. Tra gli insegnanti e gli impiegati la percentuale di chi si definisce ceto medio sale al 55%, e supera il 60% tra i pensionati e le casalinghe. Anche il 31% di operai e contadini si dice ceto medio, sebbene la maggioranza (il 38%) si senta classe lavoratrice. E pure il 53% dei millennials (i giovani di 18-34 anni) si autopercepisce come ceto medio, mentre solo il 9% di loro fa coincidere la proprietà identità sociale con la condizione di precario. Persino le persone con un reddito fino a 1.000 euro mensili si definiscono in maggioranza (il 34%) ceto medio, il 28% ceto popolare e il 17% povere.

STILE – Appartenere al ceto medio – fa sapere ancora il Censis – vuol dire soprattutto sentirsi simili alle persone che hanno lo stesso stile di vita (lo pensa il 27% degli italiani) nel rapporto con i soldi, nei consumi e nel modo di spendere il tempo libero. Nonostante i sette anni duri della crisi, in Italia il ceto medio vince ancora, come mentalità e come modello di vita.

CASA – Resiste il pilastro patrimoniale del ceto medio, ovvero la casa. Lasciare la casa ai figli è il modo in cui oggi 11,3 milioni di famiglie italiane pensano di dare un aiuto ai loro discendenti. Sono 2,3 milioni le famiglie che li sosterranno dandogli un anticipo per l’acquisto di un’abitazione o fornendo le garanzie per ottenere un mutuo. E 1,1 milioni di famiglie aiuteranno i figli lasciando loro un immobile di proprietà diverso dalla casa. Il mattone come forma di sostegno per il futuro è una propensione antica, confortata dai più recenti segnali di ripresa del mercato immobiliare. Le compravendite di abitazioni sono ripartite: +3,7% nel terzo trimestre del 2014 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e +13,9% i mutui.

censis, Giuseppe De Rita


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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