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Si ferma la caduta del Pil ma non siamo fuori dalla crisi

Economia, spread sotto i 100 punti, Pil + 0,1. L’Italia riparte

Si ferma la caduta del Pil ma non siamo fuori dalla crisi
Pil in lievissima risalita: più 0,1%

ROMA – Buone notizie per il Governo dal fronte dello spread e del Pil, che lanciano segnali positivi per il rilancio dell’economia e l’uscitra dal lungo periodo di crisi. Lo spread è sceso sotto 100 punti base, ai minimi di cinque anni e l’Italia e ci sono segnali di crescita e allentamento della deflazione che porrebbero fine a una recessione durata tre anni e mezzo. Il Paese, insomma, potrebbe aver imboccato l’uscita dal tunnel.

SPREAD – Infatti lo spread tra Btp e Bund scende sotto la soglia psicologica dei 100 punti base, fino a 98,5 punti, per poi fermarsi poco sopra i 99 punti (99.19). Non succedeva da metà maggio del 2010. Il rendimento del titolo a 10 anni italiano è in calo al nuovo minimo storico dell’1,305%. Segnali che indicano come sui mercati il «rischio Italia» sia diminuito in modo rilevante. Inoltre l’Istat annuncia che : «Per il primo trimestre 2015 è previsto il ritorno alla crescita del Pil». Con una variazione rispetto ai tre mesi precedenti stimata mediamente a +0,1%, risultante dalla forchetta compresa fra -0,1% e +0,3%.

SEGNALI – Ci sono in realtà anche segnali meno favorevoli, secondo l’istituto c’è la «conferma della fase deflazionistica»; i prezzi restano negativi (-0,2% a febbraio) anche se si riprendono dopo la gelata (-0,6%) di gennaio, la peggiore dal 1959. Sempre l’Istat, poi, certifica che «il mercato del lavoro non mostra chiari segnali d’inversione di tendenza» rispetto ai mesi scorsi, con un tasso dei posti vacanti attorno allo 0,5% che «riflette la fase di stagnazione che si osserva dal lato della domanda di lavoro».

RENZI – Comunque Renzi twitta felice: «Spread sotto quota 100, 1.000 ex precari assunti a Melfi col Jobs act, via segreto bancario non solo in Svizzera, dai che è #lavoltabuona». Il premier è perfettamente consapevole che la svolta sull’economia resta cruciale per superare la crisi, al di là delle propaganda sulle riforme del senato e della legge elettorale, che poco hanno a che vedere con la ripresa economica, e che interessano soprattutto i politici e le loro clientele.

Adesso che l’economia riparte, se il quadro sarà stabilizzato nel prossimo semestre, il Governo potrà pensare a tagliare le tasse ai cittadini e dovrà abbandonare l’intenzione di tartassare ancor di più i pensionati, che sono stati già sacrificati abbastanza. Renzi pensi piuttosto a ridurre le spese per il mantenimento della casta, che sono la vera palla al piede del Paese.

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