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Dalla Camera via libera alla riforma delle Province

Riforma del senato e titolo v: la Camera approva. La sinistra Dem vota si fra i mugugni

Dalla Camera via libera alla riforma delle Province
L’aula della Camera

ROMA – La Camera ha approvato in seconda deliberazione il ddl costituzionale sul superamento del Bicameralismo paritario e le modifiche al Titolo V. A favore hanno votato 357 deputati, contro 125 e 7 astenuti. Il testo, come prevede la Costituzione, passa nuovamente al Senato. Restano forti mal di pancia in seno a Forza Italia, che ha votato contro, e alla minoranza dem, che ha votato a favore per disciplina di partito, ma per l’ultima volta, dando appuntamento alla votazione sull’Italicum.

Renzi e la Boschi comunque esultano. Il premier ha espresso il suo stato d’animo con un tweet: “Voto riforme ok alla Camera. Un Paese più semplice e più giusto. Brava @meb, bravo @emanuelefiano, bravi tutti i deputati magg #lavoltabuona”.

Come dicevamo però la votazione provoca lacerazioni  nel Pd e in Forza Italia.

DEM – La minoranza dem alza la voce in aula e avverte il premier Matteo Renzi. Se non ci saranno modifiche questo sarà il nostro ultimo si. Rosy Bindi interviene in dissenso dal gruppo: “Resto convinta che questa riforma, insieme alla legge elettorale, non sia una modifica della nostra costituzione ma sia, in parte, un cambiamento profondo del sistema parlamentare. Il presidente Renzi ha annunciato che non ci saranno modifiche. Nonostante tutti i dubbi, dimostrero’ con il mio voto favorevole che non intendo fermare il processo riformatore, ma se non verrà modificata ne’ la legge elettorale e non ci saranno miglioramenti” nel ddl Boschi, nelle prossime “votazioni non parteciperò al voto perchè con il referendum vorro’ stare con i cittadini”. Anche Gianni Cuperlo, pur votando si,  mantiene “riserve profonde” sulla riforma. Per questo, aggiunge, “mi batterò per le modifiche necesarie. Siamo tutti leali, soprattutto verso il nostro paese, c’è spazio per agire. Se il governo si rifiutasse di aprire un confronto sul miglioramento delle riforme, ciascuno si assume le proprie responsabilità. Senza modifiche, l’equilibrio raggiunto non sarà condiviso, non soltanto da me ma da un folto numero di parlamentari”.

FORZA ITALIA – Anche Forza Italia si è ricompattata per l’occasione votando no, come richiesto da Silvio Berlusconi, al ddl Boschi. Ma in 17, in larga parte vicini a Verdini, hanno firmato un documento fortemente critico verso la linea assunta. Voteremo contro – fanno sapere – non per disciplina di gruppo ma per affetto e lealtà nei confronti del leader. E, rivolgendosi a Silvio, affermano che «lo facciamo contraddicendo le nostre convinzioni, e dicendoTi con franchezza, che situazioni simili in futuro non potranno vederci silenti».

In definitiva la conclusione di questa vicenda premia la tattica spregiudicata di Renzi che, infischiandosene delle opposizioni interne ed esterne, ha incassato un importante voto parlamentare che spiana la strada alle riforme costituzionali. In seguito si vedrà, pensa il premier, ma intanto andiamo avanti su questa linea.

 

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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