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Pensioni: da gennaio 2016 saranno necessari 66 anni e sette mesi per lasciare il lavoro

Sede Inps
Sede Inps

ROMA – Slitta l’età della pensione. Ci vorranno 4 mesi in più dall’anno prossimo. Significa che, dal primo gennaio 2016, per andare in pensione saranno necessari 66 anni e sette mesi. E’ quanto si legge in una circolare dell’Inps (che recepisce un decreto del Mef), in cui si
spiega che dal prossimo anno bisognerà aspettare, appunto, 4 mesi in più per poter lasciare il lavoro. In particolare i requisiti di accesso ai trattamenti pensionistici vengono incrementati di 4 mesi, mentre i valori di somma di età anagrafica e di anzianità contributiva sono
aumentati di 0,3 unità.

Per i lavoratori del pubblico e del privato, le lavoratrici del pubblico l’età per la pensione di vecchiaia sale a 66 anni e 7 mesi. Mentre per le lavoratrici del settore privato si sale a 65 anni e sette mesi, mentre le lavoratrici autonome arrivano a 66 anni e un mese.

Perché lo slittamento? L’aumento di quattro mesi per il pensionamento previsto a partire dal 2016 “è un aggiustamento
automatico” legato all’aumento della speranza di vita. Lo ha detto il presidente dell’Inps, Tito Boeri, nel corso di un’intervista nella trasmissione Otto e Mezzo. Boeri ha ricordato che l’incremento della speranza di vita negli ultimi anni è stato molto forte con un incremento di due anni e mezzo ogni dieci anni. Nel nostro paese, ha detto ancora il presidente Inps, prima si allungava la vita
ma si accorciava la vita lavorativa. “Questo – ha aspiegato – era insostenibile”.



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