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Premio «Impresa+Innovazione+Lavoro» a Pianeta Elisa Onlus per TR-Handy: abiti smontabili su misura

Gianni Banci, di Pianeta Elisa Onlus, e i suoi collaboratori
Al centro Gianni Banci, di Pianeta Elisa Onlus, e i suoi collaboratori

FIRENZE – Sempre alla ricerca di ciò che fosse il meglio per sua figlia Elisa, mamma Gianna si accorse che una ragazza giovane e ambiziosa aveva un desiderio tanto semplice quanto difficile da soddisfare: vestirsi bene e in modo elegante al pari delle sue amiche normodotate. Già, perché Elisa, che oggi ha 37 anni, è afflitta da tetraparesi spastica. E per lei indossare un abito è una fatica. Lo è per i disabili in genere. Non esistono taglie giuste. Non ci sono «collezioni» adatte a loro. Non è prevista, nella logica del profitto, la produzione in serie di vestiti che si adattino a chi vive condizioni particolari di sofferenza fisica.

È anche per questo che Gianna Banci, con il marito Paolo Banci, fondarono nel 1999 Pianeta Elisa, un’associazione onlus rivolta a sostenere la fatica dei ragazzi disabili come la loro figlia nella vita di tutti i giorni. Fino a realizzare il progetto di sartoria «TRHandy» (termine che volutamente gioca con la parola trendy, alla moda) che ha ottenuto quest’anno un prestigioso riconoscimento del Consiglio regionale della Toscana: il premio Impresa+Innovazione+Lavoro nell’ambito della categoria Terzo Settore.

TRHandy è la produzione, per ora limitata ma con ambizioni di crescita, di vestiti sartoriali su misura, trendy, adatti alle persone disabili: sono smontabili e rimontabili, a pezzi, per così dire, in base alla corporatura, alla postura e alle necessità fisiche di chi li deve indossare. Visto che non ci sono quasi ditte che producono abiti di questo genere, maglio farli direttamente, è la logica che sta alla base di TRHandy.

L’obiettivo? Far sì che i disabili non siano costretti a indossare tute dimesse, o vestiti due volte più larghi della loro taglia, come troppo spesso avviene per volontà di chi li assiste e assegna loro, anche in buona fede, un look poco gradevole, tramite il quale molti disabili si sentono umiliati di fronte alle altre persone, frustrati nel loro profondo desiderio di vestire bene come tutti, involontariamente esaltati nelle loro imperfezioni fisiche.

«Sono orgogliosa del premio del Consiglio regionale – spiega Gianna Banci – più si parla dei nostri ragazzi e meglio è per loro». È un vulcano di idee, la signora. Il suo regno è a Larciano, a 3 chilometri di Borgo San Lorenzo, in Mugello: là c’è il «Borgo di Elisa», un casolare ristrutturato con pazienza nel corso degli anni che può ospitare fino a 25 bambini e ragazzi disabili per corsi di ippoterapia, ma anche massaggi curativi, informatica, sartoria. E con uno spazio ad hoc per i progetti della cosiddetta Vita Indipendente.

In quindici anni di lavoro il Pianeta Elisa è ormai una realtà consolidata. «Accogliamo ogni tipo di disabilità, per quanto possibile – racconta Gianna Banci – anche i ragazzi autistici». Ma quello che più conta è che «da noi c’è un rapporto di un operatore per ogni ragazzo, altrimenti se ci fosse un operatore per più ragazzi finirebbe col diventare un parcheggio…».

In collaborazione con la Fondazione per la Ricerca e l’Innovazione

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Domenico Coviello

Giornalista

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