Firenze, il presidente Mattarella: «L’Expo 2015 è una sfida che l’Italia deve vincere»

FIRENZE – Gli sono bastati meno di 15 minuti. Tono pacato, in certi momenti quasi a bassa voce. Ma parole chiare. Un’esortazione all’Italia intera che non poteva che arrivare da lui: il Capo dello Stato. E alla fine è stata quasi un’arringa alle truppe pronte a combattere quella che Sergio Mattarella ha rivolto oggi 28 marzo ai presenti in Palazzo Vecchio, in un Salone de’ Cinquecento stracolmo. L’intervento del presidente della Repubblica è arrivato a conclusione della due giorni di dibattiti cominciata ieri e dedicata all’Expo di Milano che comincerà il 1 maggio, incentrata per 6 mesi, fino al 31 ottobre, su cibo, alimentazione ed energia del pianeta.
SFIDA – Abbiamo «una grande responsabilità – ha detto Mattarella – e il compito deve essere esercitato con il massimo impegno» perché quella dell’Expo è «una sfida che non può andare delusa». «Expo può essere paragonato a un grande convoglio – ha proseguito il presidente – che fa irruzione sulla scena nazionale, e mondiale, per disseminare intorno a sé messaggi e contenuti che vogliamo positivi».
MESSAGGI – Questi messaggi, per il capo dello Stato, sono: «L’industriosità italiana. L’innovazione e la capacità di competere. La coesione del sistema istituzionale, politico e imprenditoriale. L’espressione compiuta di energie presenti nella nostra società e in grado di coordinarsi intorno ad un progetto multidisciplinare. La capacità della Pubblica amministrazione di operare, con tenacia e trasparenza, contro i tentativi di inquinamento e corruzione. La conferma che non servono generiche esortazioni, quanto, piuttosto, la mobilitazione ostinata e perseverante delle risorse della società italiana. L’ascolto delle ragioni degli attori presenti sulla scena internazionale su materie tanto sensibili come il cibo e l’alimentazione. L’attenzione alle ragioni di tutti gli stakeholders interessati: dalle popolazioni indigene delle zone umide, a quelle colpite dalla siccità nel Sahel; dal ruolo dei movimenti contadini dei senza terra, alle innovazioni di cui sono portatrici le grandi multinazionali, alle attività dei centri di ricerca. Il diritto al cibo collegato all’utilizzo di risorse rinnovabili e sostenibili. L’incontro rispettoso tra livelli di sviluppo diversi delle comunità e nei rapporti di scambio tra produttori e consumatori».
TERRA DEI FUOCHI – Tornando all’Italia un passaggio particolare il Capo dello Stato lo ha dedicato alla Campania e ai suoi problemi. Quanto accaduto in Campania, nella cosiddetta Terra dei Fuochi, ha sottolineato Sergio Mattarella, è «l’emblema del degrado», la rappresentazione di una «drammatica situazione di uno sfruttamento cinico e senza futuro». Ma la speranza si può ritrovare nel «coraggio della discontinuità» che l’Italia ha sempre avuto e che deve portare anche nella sfida dell’Expo, dedicata al cibo e alle sfide globali dell’alimentazione.
BAN KI-MOON – Subito prima dell’intervento del presidente della Repubblica è stato proiettato l’annunciato videomessaggio di auguri all’Expo del Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon: «Ho lanciato la sfida ‘fame zero’ come una chiamata a tutto il mondo per combattere la fame – ha detto Ban -. Ognuno può fare la sua parte: tutti possiamo farcela insieme».
AUNG SAN SUU KYI – L’altro videomessaggio atteso è stato quello dell’attivista birmana Premio Nobel per la Pace, Aung San Suu Kyi. «Dobbiamo fare i conti con un mondo nel quale lo sviluppo sia equilibrato con il rispetto dell’ambiente: la nostra popolazione è in aumento, e dobbiamo far fronte alla necessità di nutrire nel modo giusto», ha dichiarato salutando l’evento fiorentino in vista di Expo 2015.

MARIA ELENA BOSCHI – «Credo davvero che Expo sarà un’occasione importante anche per la cultura del nostro paese tutto, per rilanciare il turismo, non solo quello di Milano ovviamente, ma anche di Firenze e del resto d’Italia», ha dichiarato dal canto suo in Palazzo Vecchio il ministro delle Riforme Costituzionali, Maria Elena Boschi, che ha proposto di «inserire nella Costituzione il diritto al cibo come avviene in altri Paesi». «L’Expo ci porterà un interesse maggiore, più di quanto non c’è già, per il nostro Paese inteso non soltanto come agroalimentare ed export, ma come cultura italiana, stile di vita, lotta alla povertà», ha aggiunto. «Bellezza e innovazione saranno le parole chiave di Expo – ha concluso -. Dal primo maggio e nei prossimi mesi saremo pronti ad accogliere sia i tanti italiani ma anche i tanti stranieri che verranno in Italia per Expo». Il ministro, a margine del suo intervento nel salone de’ Cinquecento, è intervenuta anche sulla riforma del mercato del lavoro. «Ci sono dati positivi derivanti dall’attuazione del Jobs act, con gli incentivi fiscali. Finalmente sono dati noti a tutti – ha detto -. Credo che siamo sulla strada giusta, ma il lavoro è ancora molto».
ROMANO PRODI – Uno degli interventi più attesi alla due giorni fiorentina era quello dell’ex premier ed ex presidente della Commissione europea, Romano Prodi. Il «Professore» ha sottolineato la necessità di portare risorse alla ricerca in agricoltura, poiché essa è «una cenerentola nel nostro sistema di ricerca, che già è cenerentola nel sistema di ricerca mondiale». «Abbiamo già devastato il suolo italico – ha detto Prodi – abbiamo zona urbanizzate disordinate, qualsiasi sia la ripresa essa non avrà bisogno di altra terra, lasciamola all’agricoltura». Poi il fondatore dell’Ulivo e padre del Partito democratico ha lanciato un preciso allarme su possibili carestie da mancanza di cibo nel mondo: «Siccome negli ultimi due anni abbiamo avuto raccolti buoni e abbiamo avuto un aumento della domanda meno forte, pensiamo che il futuro sia al sicuro da carestie. Non è vero». «Nei primi quindici anni di questo secolo abbiamo avuto due periodi di tensione dei prezzi e nell’agricoltura – ha aggiunto -: questi possono ritornare e ci sono elementi che fanno pensare che siano probabili in futuro».
LA CURIOSITA’ – Al termine delle conclusioni del presidente della Repubblica, il Salone dei Cinquecento si è svuotato. Per l’occasione dell’anteprima fiorentina dell’Expo era stato arredato da centinaia di nuovissime e eleganti sedie in plastica trasparente. C’è chi ha pensato che avrebbero sostituito definitivamente le ormai vecchie sedie di Palazzo Vecchio. Invece no. Si tratta infatti, a quanto si apprende, di un «prestito» dell’Enit, (Ente nazionale del turismo) che a fine evento se le è riportate via.
