Partiti: il bengodi dei rimborsi elettorali. La denuncia della Corte dei Conti
L’unico governo che è intervenuto con l’accetta per tagliare il finanziamento pubblico ai partiti, è stato quello di Enrico Letta, che dispose una riduzione graduale e pesante. Che avrà i suoi effetti anche prima del 2017, quando sparirà del tutto (nella forma diretta, resterà solo sotto forma di detrazioni fiscali e due per mille). Nessun intervento correttivo, dopo tante promesse, dall’attuale governo. E dobbiamo constatare che le campagne elettorali, nonostante tutto, si confermano un bel business. Un investimento che porta – in media – un guadagno netto pari al 20% del capitale investito. Soldi pubblici, beninteso.
CORTE CONTI – Il business elettorale l’ha scoperto la Corte dei Conti, che ha recentemente concluso l’esame delle spese sostenute dalle 87 formazioni politiche che hanno partecipato alle elezioni del 2013. E il report trasmesso alle Camere mostra che i partiti hanno speso 45,4 milioni di euro per la campagna elettorale, totalmente finanziati con donazioni private o con fondi già presenti nelle casse del partito. Per dire: avevano a disposizione 46,8 milioni di euro, quindi più di quello che hanno effettivamente speso. Ma dallo Stato riceveranno 54 milioni (in quattro tranche annuali, dal 2013 al 2016). Sostanzialmente hanno ricevuto e riceveranno più soldi di quanti ne abbiano effettivamente spesi.
RIMBORSI – Il sistema dei «rimborsi» elettorali funziona in questo modo. Ma non è tutto, perché ovviamente questi 54 milioni non sono gli unici che i partiti riceveranno da qui al 2016. Questi sono solo per le elezioni Politiche: in totale ne arriveranno 227,5. Meno male che li hanno tagliati, altrimenti sarebbero stati 364.
SPESE – Le spese elettorali peraltro, rispetto al 2008, sono più che dimezzate (sette anni fa i costi salirono a 110 milioni). Il fu Pdl è stato certamente quello che nel 2013 ha investito più soldi: 12 milioni di euro. Poco male, visto che i rimborsi gli garantiranno un ritorno di 18,8 milioni. Il Pd ha speso 10 milioni, ma ne porta nelle casse 23. Chi più chi meno, comunque, quasi tutti ci hanno guadagnato: dalla Lega Nord (2,7 milioni spesi, 3,3 incassati) a Sel (860 mila euro spesi, 2 milioni incassati). Come risaputo il M5S (470 mila euro spesi) non ha ricevuto rimborsi elettorali. Perché non ne ha fatto richiesta.
Ci attendiamo che l’attuale Governo, molto sensibile (a parole…) a questi temi, legga il rapporto della Corte dei Conti e sani l’anomalia. Possiamo sperare? Oppure politici e commis di Stato sono buoni solo a cercare soldi nella tasche (oramai consunte) dei pensionati?