Skip to main content

Italicum, direzione Pd: la minoranza dem non vota e promette battaglia. Ma Renzi è contento

Renzi alla direzione Pd
Renzi alla direzione Pd

ROMA -È stato il giorno della resa dei conti nel Pd sulla legge elettorale. «Il mio auspicio è che sia l’ultima direzione in cui si discute di legge elettorale», ha detto il segretario Matteo Renzi aprendo i lavori. «Chiedo un voto vedendo nella legge elettorale lo strumento decisivo per la qualità e l’azione dei governi che verranno ma anche per la dignità e la qualità di questo governo», ha ribadito Renzi. Pippo Civati, già in mattinata, aveva lanciato un appello alla minoranza: «Non partecipiamo al voto» in una direzione trasformata in «plebiscito e aut aut» e «facciamo le proposte in Aula» su Italicum e riforma costituzionale. Mentre Pier Luigi Bersani dice: «Qui in gioco c’è la democrazia dei nostri figli, la discussione non si può risolvere con il voto di oggi in direzione. Tocca al segretario trovare una sintesi». Bersani si è augurato che da parte del premier non ci sia un «aut aut, spero non sia così».

RENZI – Renzi però pare intenzionato a tirare dritto e chiude a ogni proposta di cambiamento, promettendo addirittura di porre la fiducia sul testo. La parola d’ordine è: il tempo delle mediazioni è finito, ora bisogna arrivare al sì definitivo. “Il 27 aprile dobbiamo essere in Aula, come calendarizzato dalla capigruppo. E a maggio dobbiamo mettere la parola fine a questa discussione. Continuare a rimandare non serve a nessuno”, ha detto il premier tagliando corto alle discussioni.

DEM – La minoranza Pd sapeva perfettamente di non avere i numeri per bloccare la marcia dell’Italicum in direzione , come in effetti è avvenuto, e per questo è pronta a spostare la battaglia alla Camera, dove la sua presenza è più consistente. Lo ha spiegato a chiare lettere il bersaniano D’Attorre: «Noi abbiamo continuato a insistere fino all’ultimo per la ripresa del dialogo nel Pd. La Direzione non è il passaggio decisivo, la partita vera sarà il Parlamento. La prova muscolare di Matteo Renzi non è risolutiva». E ha aggiunto: «Un voto di fiducia sulla legge elettorale segnerebbe un vulnus gravissimo dal punto di vista politico e parlamentare e sarebbe un ricatto al Parlamento».

PARLAMENTO – Dunque si è consumata un’ulteriore fase del contrasto, ormai insanabile, fra Renzi e la minoranza Dem. Che ha dato appuntamento al Segretario per il duello finale che si terrà in Parlamento quando verrà discusso il controverso testo dell’Italicum. Domani l’ufficio di presidenza della commissione Affari Costituzionali della Camera definirà i tempi dell’esame in vista dell’approdo in Aula già fissato per il 27 aprile. Per la riforma elettorale targata Renzi si tratta della terza lettura. Il presidente del Consiglio vorrebbe fosse l’ultima, quella definitiva: ma i numeri della Commissione, dopo la rottura del Patto del Nazareno sulle riforme, non gli sorridono affatto. In Prima Commissione a Montecitorio infatti il gruppo Pd è praticamente in mano alla minoranza che può contare su 12 componenti su 23 totali. Vedremo dunque gli esiti nei prossimi giorni.

 


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Firenze Post è una testata on line edita da C.A.T. - Confesercenti Toscana S.R.L.
Registro Operatori della Comunicazione n° 39741
Firenzepost small logo