Firenze, Ataf: sciopero di 24 ore lunedì 25 maggio. Città a rischio paralisi
FIRENZE – Città a rischio paralisi del traffico lunedì 25 maggio. Per quel giorno è stato infatti proclamato da alcune sigle sindacali e dalla Rsu uno sciopero di 24 ore in Ataf, la società che gestisce le linee degli autobus urbani. Sempre il 25 maggio, inoltre, è previsto uno sciopero di 4 ore, dalle 16 alle 20, indetto da Faisa Cisal e Uil Trasporti.
C’è quindi il serio rischio che di autobus ce ne siano pochi o nessuno, con il conseguente aumento dei mezzi privati necessari a spostarsi: auto, moto e scooter. La protesta, spiegano fonti sindacali, è dire «no alla fine di Ataf». Gli autisti si asterranno dal lavoro dall’inizio del servizio alle 6:00, dalle 9:15 alle 11:45, e dalle ore 15:15 a termine servizio.
Saranno dunque garantite le fasce orarie previste dalla legge. Tradotto: i bus circoleranno dalle 6 alle 9 del mattino e poi di nuovo dalle 12 alle 15. In tutti gli altri orari il servizio non è garantito e il rischio, appunto, è che non ci siano corse disponibili per i cittadini.
La fine dell’azienda fiorentina del trasporto pubblico locale, spiegano in una nota i Cobas, è «lo scenario che si fa sempre più concreto dopo che Ataf non risulta essere tra le società che parteciperanno alla gara regionale. Lo storico nome di Ataf è stato usato come il ‘vestito buono’ da indossare per il giorno di festa ed adesso che la festa è finita, il bel vestito non serve più a nessuno. A questo volevano arrivare i vertici di Busitalia il giorno che hanno deciso di comprare Ataf».
Per la Rsu (Rappresentanza sindacale unitaria) «qualsiasi privato non compra un’azienda per fare un’opera di bene ma solo per trarci un profitto. E infatti, a forza di tagli sulle corse e sul personale, mancati pagamenti ai fornitori e così via, dall’essere una società con un deficit di 7 milioni di euro nel 2013, è prevista una chiusura nel 2015 con un utile di 2 milioni. E ora perché portarsi dietro il fardello Ataf durante la gara (semmai si farà)? Hanno già mangiato il mangiabile e adesso il nocciolo non è più buono per nessuno».