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Firenze: «Il giro di vite» di Britten al Teatro Goldoni per il Maggio

Maggio musicale,
Maggio Musicale, «The turn of the screw» di Benjamin Britten

FIRENZE – Non si può dire che il «Giro di vite» («The turn of the screw») di Benjamin Britten sia fra le opere meno rappresentate degli ultimi anni, specie attorno al centenario della nascita dell’autore (1913-1976), ma a Firenze non è passata, e dunque ben venga questa messa in scena al Teatro Goldoni per il 78° Maggio Musicale Fiorentino, da venerdì 22 maggio a domenica 7 giugno.

Commissionata dalla Biennale di Venezia nel 1954 e lì rappresenta per la prima volta, l’opera seleziona sedici momenti statici dell’omonimo racconto di Henry James, che distribuisce in otto scene dalla durata pressoché omogenea, per ciascuno dei due atti. Ogni scena è preceduta da una variazione strumentale sul motivo della «vite» esposto nel prologo, con un tipo di scrittura che rinvia alla scrittura da concerto (fugato, sonata, passacaglia ecc.). Nei quadri da un atto all’altro si rilevano corrispondenze tanto a livello narrativo quanto a livello musicale, con una disposizione speculare evocativa del «doppio».

La trama del racconto di James è difatti in apparenza quella di un racconto di fantasmi: un ricco stravagante incarica una giovane e graziosa istitutrice della cura di due nipotini orfani, tanto belli quanto intellettualmente dotati, che risiedono in una casa di campagna con la servitù capeggiata da una vecchia signora tanto buona quanto ignorante e priva d’immaginazione (Mrs. Grose). All’istitutrice appaiono i fantasmi della ragazza che l’aveva preceduta nell’incarico (Miss Jessel) e del cameriere personale del signore (Quint), entrambi belli e malvagi, legati in vita da una relazione che aveva coinvolto, corrompendoli, anche i bambini, dei quali vogliono adesso impadronirsi. Tuttavia non è una storia semplice come a tutta prima si potrebbe pensare: nell’anno in cui fu scritta, il 1898, Freud scrisse vari appunti sui meccanismi psichici della dimenticanza e della rimozione che confluiranno nella «Psicopatologia della vita quotidiana» e anche il racconto di James è più sbilanciato verso l’esplorazione dell’inconscio che verso l’horror puro e semplice: i fantasmi esisteranno solo nella psiche dell’istitutrice, apparentemente l’unica a vederli fino all’ultima scena? I bimbi fanno finta di non vederli o è solo lei convinta che fingano? Non sarà mica lei la “vampira” che riversa su di loro un affetto morboso e proietta infine nei loro cervelli le sue ossessioni visionarie, benché qualcosa di poco chiaro e poco lecito si presume che prima del suo arrivo sia successo?

L’ambiguità di tutta la storia, così come l’indeterminatezza circa il tipo di influenza nefanda che i due defunti avrebbero esercitato sui bimbi, specie sul maschio, resta piuttosto vaga anche nell’opera di Britten, che a differenza di James dà la parola anche ai due spettri. La parte vocale di Quint fu affidata alla prima al “suo” tenore, Peter Pears, mentre la parte del bimbo Miles fu scritta per la voce ancora bianca di David Hemmings (1941-2003), il futuro inquietante attore protagonista di «Blow up» e «Profondo rosso», che era anche un buon pianista, come lo è il bambino protagonista del racconto di James. Il pianoforte è giustappunto strumento centrale nell’organico, costituito da soli 13 elementi (ma l’opera è talmente ben scritta, che non ci si accorge quasi che siano così pochi, quando è ben eseguita).

Sul podio del Teatro Goldoni per questo allestimento in 3D con la regia di Benedetto Sicca ci sarà l’inglese Johnatan Webb, un vero specialista di Britten, che ha già diretto l’opera a Bologna nel 2013.

Teatro Goldoni (via Santa Maria 15, Firenze)

«The Turn of the Screw». Opera lirica in un prologo e due atti. Libretto di Myfanwy Piper ispirato all’omonimo racconto di Henry James. Musica di Benjamin Britten

Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino diretta da Jonathan Webb
Regia Benedetto Sicca, Scene Maria Paola Di Francesco, Costumi Marco Piemontese, Luci Marco Giusti, Elaborazione video Marco Farace

Governess: Sara Hershkowitz / Anna Gillingham
Prologue/Quint: John Daszak
Mrs. Grose: Gabriella Sborgi
Miss Jessel: Yana Kleyn
Flora: Rebecca Leggett
Miles: Gabriel Crozier / Theo Lally

Venerdì 22 maggio, ore 20.30
Domenica 24 maggio, ore 15.30
Giovedì 28 maggio, ore 20.30
Sabato 30 maggio, ore 15.30
Venerdì 5 giugno, ore 20.30
Domenica 7 giugno, ore 20.30

Vendita biglietti online e orari biglietteria sul sito dell’Opera di Firenze

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