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Opera di Firenze: per il Maggio va in scena il «Candide» di Bernstein

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«Candide» di Bernstein all’Opera di Firenze per il 78° Maggio Musicale

FIRENZE – Va in scena all’Opera di Firenze, per il 78° Maggio Musicale Fiorentino, «Candide», opera che Leonard Bernstein trasse dall’omonimo pamphlet scritto da Voltaire nel nel 1759 in risposta all’ottimista Gottfried Wilhelm von Leibniz, assertore che l’umanità stava vivendo nel “migliore dei mondi possibili”. Il caustico libriccino di Voltaire fu ovviamente inserito nell’Indice dei libri proibiti dalla Chiesa cattolica, ma, se ciò poteva costituire un freno per diversi potenziali lettori del XVIII, non lo è di certo per quelli del XX e del XXI secolo e il racconto satirico delle avventure dell’ingenuo Candide, del filosofo ottimista Pangloss, suo precettore, e della bella Cunegonde continua a piacere.

Qualche volta ispira riduzioni teatrali di valore, com’è il caso di questa attuata da Leonard Bernstein (1918-1990) nel 1956 e poi rielaborata e rivista fino al 1989. Il primo libretto era di Lillian Hellmann e il lavoro debuttò come musical al Martin Beck Theater il 1 dicembre 1956 (la registrazione per la Columbia ebbe nel 1998 il Grammy Hall of Fame Award). Si ebbero poi una seconda versione (1959), una terza (1973) e una quarta versione (1974, con 740 repliche), in forma di operetta comica, su libretto di Hugh Wheeler, più aderente al testo di Voltaire. È su quest’ultima che si basa quella finale (andata in scena nel 1988), alle cui canzoni hanno collaborato in diversi, oltre a Richard Wilbur (James Agee, Dorothy Parker, John Latouche, Lillian Hellmann, lo stesso Bernstein). Nel 1989 è stata registrata, con un cast stellare, per la Deutsche Grammophon in un album che costituisce l’edizione di riferimento, con la direzione dello stesso Bernstein; nel 1992 l’album ebbe il «Grammy Award al miglior album di musica classica» e con questo «Candide» si può considerare ufficialmente assunto nell’olimpo dell’opera, anche se il genere in cui collocarlo un po’ sfugge; nel 2007 lo mise in cartellone anche La Scala di Milano, mentre all’Opera di Roma è arrivato nel 2012, con Adriana Asti nel ruolo di Voltaire che a Firenze competerà all’attrice Lella Costa.

La trama del «Candide» di Bernstein. Candide vive nel castello del Barone di Thunder-ten-Tronckh, indottrinato, come il resto della famiglia (la moglie, i figli Cunegonde e Maximilian, la serva Paquette), dal filosofo ottimista Pangloss, che convince tutti che stanno vivendo nel migliore dei mondi possibili. Ama, riamato, Cunegonde e, prendendo spunto dalle effusioni intraviste fra Pangloss e Paquette, si dichiara. I due sognano di sposarsi, ma il barone, offeso che Candide, illegittimo, abbia messo gli occhi sulla figlia, lo caccia via. Sorpreso nel sonno, viene arruolato a forza dall’esercito bulgaro. Cerca di disertare, ma lo riprendono e lo puniscono. I Bulgari fanno guerra agli Abari e combattono in Westfalia; Candide cerca Cunegonde, ma il barone e la famiglia sono stati massacrati e Cunegonde violentata a ripetizione, prima di essere infilzata con la baionetta. Tempo dopo Candide trova un uomo sfigurato dalla sifilide: è Pangloss, riportato in vita da un anatomista; il suo ottimismo non è stato scalfito. Partono per Lisbona, dove arrivano mentre un vulcano erutta e, nel conseguente terremoto, 30.000 persone muoiono. Pangloss spiega che era tutto necessario. Vengono catturati come eretici e portati a un Auto-da-fé. Candide è frustato, Pangloss impiccato, ma il ragazzo è ancora convinto che il filosofo avesse ragione. Intanto a Parigi una fanciulla misteriosa ha fatto invaghire due uomini, un ricco giudeo che l’aveva comprata dopo che era sopravvissuta ai Bulgari e il cardinale arcivescovo di Parigi; i due se la spartiscono a giorni fissi; un sabato litigano sul significato di “Sabbath” nelle rispettive religioni e lei, tristissima, cerca di rallegrarsi cantando «Glitter and be gay» (pezzo traboccante di virtuosismi sopranili). Arriva Candide e i due si riconoscono commossi; una vecchia (Old Lady) che accompagna usualmente Cunegonde giunge ad avvisarli dell’arrivo dei suoi due amanti. Candide, inavvertitamente, uccide entrambi. Nascosti i cadaveri, tutti fuggono verso Cadice. Sempre convinto che tutto avvenga nel modo migliore, Candide si fa arruolare per combattere coi gesuiti nell’America Latina e arrivano tutti e tre a Buenos Aires; vi giungono anche, risuscitati, Maximilian e Paquette, travestiti da schiave. Il Governatore di Buenos Aires, Don Fernando d’Ibaraa y Figueroa y Mascarenes y Lampourdos y Souza, i cui mustacchi sono ancora più lunghi del nome, si innamora di Cunegonda, e poi dichiara la sua passione a Maximilian (che crede donna). Si viene a sapere che la polizia insegue Candide anche lì, e questi deve fuggire nella giungla. Cunegonda cerca di farsi sposare dal governatore, che mena il can per l’aia e ne fa la sua amante. Candide attraversa la giungla col fido meticcio Cacambo, finché arrivano dai gesuiti; il Padre Superiore è Maximilian, la Madre Superiora Paquette. Candide dice che Cunegonde è viva e la vuole sposare, col che fa indignare Maximilian. Candide inavvertitamente lo pugnala e lo uccide, poi fugge di nuovo nella giungla con Cacambo. Arrivano nel mitico Eldorado, dove tutti sono ricchi, stanno in pace e muoiono di vecchiaia, ma Candide vuole tornare indietro per sposare Cunegonde. Prendendolo per scemo, gli indigeni lo aiutano a ripartire, dopo avergli donato varie pecore dal vello d’oro, che però periscono tutte, salvo due, in incidenti di viaggio. Con una pecora manda Cacambo a riscattare Cunegonde a Buenos Aires e per conto suo arriva nella colonia olandese del Surinam, dove incontra il pessimista Martin. Un malvagio olandese, Vanderdendur, vede l’ultima pecora d’oro ed offre in cambio a Candide un vascello per raggiungere Venezia. La nave è ovviamente un catorcio ed affonda; Martin annega, ma più tardi toccherà anche al cattivo e Candide ritroverà in acqua la sua pecora. Lo raccoglie una galera e al remo c’è Pangloss, che discute con cinque re detronizzati. Arrivano a Venezia per Carnevale. Ci sono anche Paquette, regina delle prostitute, e Maximilian, corrotto Prefetto di polizia. Candide, con la sua pecora d’oro, cerca Cunegonde, che è con la vecchia dama al casinò; lì gestiscono, barando, il gioco della roulette. Ma devono pagare il pizzo al prefetto, a sua volta ricattato; così, con tante disoneste fatiche, nessuno si arricchisce davvero, nemmeno il principale estorsore, Crook, che rigioca tutto. L’agnizione fra Candide e Cunegonde stavolta è amara. Comprano una fattoria vicino a Venezia, ma sono tutti scontenti. Dopo un lungo periodo di silenzio, Candide parla: non sono più quello che erano, ma ora si amano per quello che sono e chiede a Cunegonde di sposarlo. Tutti cantano «We’re neither pure nor wise nor good; / We’ll do the best we know. / We’ll build our house, and chop ur wood, / And make our garden grow» e Pangloss conclude con un serafico «Any questions?».

Nella messinscena del Maggio si vedranno mani giganti, cupole-gabbie, bambole parlanti, Eldoradi in scatola, cori di drag queen, prodotti umani da una fabbrica-società di massa, il tutto molto colorato e luccicante; in mezzo a loro, Voltaire è la donna delle pulizie, e che gira in scena col carrello degli strumenti di lavoro e i pattini a rotelle sotto i piedi.

Sul podio ci sarà il texano John Axelrod, che a 16 anni fu allievo di Bernstein e poi, dopo un periodo passato nel mondo del grande rock (lavorava per una major discografica, occupandosi di Billy Corgan degli Smashing Pumpkins, Tori Amos e Axl Rose dei Guns N’Roses), è approdato alla bacchetta; è stato proprio lui a dirigere la «prima» di Candide alla Scala di Milano e poi all’Opéra di Parigi.

Opera di Firenze (Piazzale Vittorio Gui, 1)

Sabato 23 maggio, ore 20.30
Venerdì 29 maggio, ore 20.30
Domenica 31 maggio, ore 15.30
Mercoledì 3 giugno, ore 20.30

«Candide». Opera comica in due atti. Musica di Leonard Bernstein. Libretto di Hugh Wheeler, dall’omonima novella di Voltaire. Nuovo allestimento.

Orchestra e Coro del MaggioMusicale Fiorentino. Direttore John Axelrod. Regia Francesco Micheli. Scene Federica Parolini. Costumi Daniela Cernigliaro. Luci Angelo Linzalata. Coreografie: Maggiodanza. Movimenti coreografici Alfonso Cayetano.
Voltaire: Lella Costa (attrice)
Candide: Keith Jameson
Cunegonde: Laura Claycomb
Dr. Pangloss/Martin: Richard Suart
The old lady: Anja Silja
Maximilian: Gary Griffiths
Paquette: Jessica Renfro
The Captain/The Governor/Vanderdendur/Crook: Chris Merritt
Ragotski/Croupier: Christopher Lemmings
Inquisitor/Charles Edward: Timothy Martin
Inquisitor/Hermann Augustus: Luca Casalin
Inquisitor/Tsar Ivan: Hector Guedes
Inquisitor/Sultan Achmet: Christopher Turner
Inquisitor/Stanislaus: Alessandro Calamai
Cacambo: Gianluca di Lauro

Biglietti online e orari biglietteria sul sito dell’Opera di Firenze

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