Province: i dipendenti scendono in piazza contro Governo e Regioni
PISA – “Noi sindaci, che gestiamo le nuove province, siamo già sulla graticola per l’impossibilità di garantire la manutenzione di scuole e strade. La mobilitazione dei lavoratori e la richiesta d’impegno rivolta ai candidati alle elezioni regionali hanno sacrosante ragioni. Servono risorse per attuare la legge Delrio. Vanno garantiti i bisogni irrinunciabili delle comunità e le prospettive del personale. Il governo deve dare un segnale concreto a partire dal decreto enti locali”. Così il Presidente dell’Upi Toscana, Marco Filippeschi, commenta la giornata di proteste e di dialogo con i candidati alle elezioni regionali promossa dai sindacati sulla situazione delle provincie italiane. Il Presidente ha partecipato alla manifestazione svoltasi a Pisa, che si è conclusa di fronte alla Prefettura.
PROTESTA – Le manifestazioni di protesta si sono svolte in molte città d’Italia, con larga partecipazione dei dipendenti e degli amministratori. “Si sono riuniti in assemblea, sono scesi in piazza, hanno inscenato dei flash mob. Informato e sensibilizzato i cittadini. Oggi i lavoratori delle Province e delle Città metropolitana hanno in massa partecipato alla giornata di mobilitazione nazionale indetta da Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Fpl e diretta a Governo e Regioni, dietro le parole ‘Ripartiamo dal via’”. E’ quanto rendono noto le tre organizzazioni sindacali con una nota congiunta. L’iniziativa è stata promossa, viene ricordato, “per denunciare il rischio concreto che corrono i servizi offerti ai cittadini, nonché l’occupazione e il salario dei lavoratori coinvolti, alle prese con un caotico processo di riordino.
SINDACATI – Dopo la grande manifestazione dell’11 aprile scorso, sono scesi così ancora una volta in piazza con l’obiettivo di informare e sensibilizzare i cittadini del rischio di tenuta dei servizi e dell’occupazione e del reddito dei lavoratori di Province e Città metropolitane. Così come per chiedere a Governo e Regioni di aprire il confronto su un percorso vero di ridisegno delle reti territoriali dei servizi pubblici che coinvolga lavoratori e cittadini”. Le sigle della funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil ricordano che oggi i lavoratori “hanno denunciato dal nord al sud del paese, nelle piazze reali e virtuali (dietro l’hashtag #SenzaProvince), il rischio concreto che corrono a pochi giorni dal prelievo di 1 miliardo di euro dalle casse delle province, previsto dalla legge di Stabilità, e delle misure previste ancora ufficiosamente nel decreto enti locali.
IMPEGNI – Per questo motivo hanno oggi messo al centro una chiara rivendicazione: imporre alla politica l’adozione di una serie di impegni vincolanti che mirino alla salvaguardia dei servizi offerti ai cittadini, alla garanzia del lavoro e del reddito per i lavoratori. Il combinato disposto del ‘prelievo’ e le anticipazioni sul dl enti locali stanno determinando una situazione di pre-dissesto, cancellando i servizi e compromettendo il mantenimento dei livelli occupazionali e salariali. Per questo – si sottolinea – hanno rimarcato oggi le federazioni di categoria che continueranno la mobilitazione, serve una riforma seria che riorganizzi le funzioni relative a territorio, cultura, formazione, impiego, manutenzione scolastica, turismo, viabilità, sicurezza, servizi sociali, agricoltura. E un piano di utilizzo e valorizzazione delle professionalità – concludono – che garantisca tutele salariali e occupazionali per tutti i lavoratori”.
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