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Un'imbarcazione carica di migranti

Immigrazione: già 50.000 arrivi dall’inizio dell’anno. Regioni del Nord in rivolta, tranne il Piemonte. La Toscana che fa?

Un gruppo di migranti
Un gruppo di migranti

ROMA – Secondo gli ultimi dati forniti dal Viminale l’Italia ha superato la soglia dei 50 mila migranti sbarcati sulle coste da inizio anno. In poco più di cinque mesi dal Paese nordafricano infatti sono salpati oltre 45 mila disperati. Rispetto agli stessi giorni del 2014, quasi diecimila in più. Insomma, se questo trend andrà avanti, si confermeranno le stime di duecentomila arrivi entro la fine dell’anno.

VIMINALE – Il prefetto Mario Morcone, capo del Dipartimento diritti civili e immigrazione, nei giorni scorsi ha inviato una ennesima circolare ai comuni per sollecitare la disponibilità alla accoglienza. «Da lunedì – dice il prefetto – invieremo nelle regioni del Centro-Nord almeno duemila, tremila migranti che non riusciamo più ad ospitare nella Sicilia che ormai è strapiena.

REGIONI – Le notizie e soprattutto le cifre fornite dal Viminale provocano immediate reazioni politiche, soprattutto nelle regioni del Nord a guida leghista. «Togliere i finanziamenti regionali ai comuni che accolgono i clandestini». È il presidente Roberto Maroni (Lega Nord) a farsi portavoce della rivolta del Nord che non coinvolge solo regioni governate dalla Lega (Lombardia e Veneto) ma anche la Liguria di Giovanni Toti e la Val D’Aosta.

RENZI – Dalla germania, dove si trova per il G7, Matteo Renzi replica e difende l’operato del governo. Basta con la «filosofia dello scaricabarile» e giocare con la «demagogia».

PIEMONTE – In difesa del Governo reagisce, per ora, solo il Piemonte: «Se Maroni volesse continuare a procedere su questa linea» allora sarebbe più che giusto che il governo togliesse alla Lombardia, al Veneto e alle altre Regioni che condividono queste posizioni i finanziamenti che lui vuole togliere ai Comuni che ospitano i profughi», dice il presidente Sergio Chiamparino. Gli fa eco il sindaco di Torino e presidente Anci Piero Fassino: «Non è nei poteri di un presidente di Regione decidere quale politica di accoglienza di profughi persegue il nostro paese. Tanto meno è accettabile che si minaccino in modo ritorsivo, e illegalmente, riduzioni di risorse ai comuni che ospitano profughi».

TOSCANA – Attendiamo la reazione anche di altre regioni interessate, in particolare dell’Emilia e della Toscana. Il Presidente Enrico Rossi in campagna elettorale aveva ribadito che la nostra regione voleva proseguire nella politica della suddivisione dei profughi in piccoli gruppi, meglio gestibili, ma aveva anche ammesso che l’accoglienza, coi numeri che si prospettavano, non poteva essere infinita. Che dirà adesso che le previsioni di duecentomila profughi entro l’anno sembrano non lontane dall’essere esatte? Siamo in attesa di un suo autorevole intervento nel dibattito in corso, e prevediamo che si schiererà contro le posizioni della Lega, aderendo alle affermazioni di Chiamparino e Fassino. Ma dovrà tener conto anche del fatto che molti sindaci di diverse province toscane hanno affermato che la disponibilità ad accogliere profughi era esaurita, pena pericoli di rivolta delle popolazioni.

Per far meglio comprendere il problema pubblichiamo il dato, aggiornato al 6 maggio,  contenuto in una tabella del Viminale dove c’e’ la ripartizione regione per regione dei migranti . Le cifre si riferiscono la prima al numero complessivo di migranti, la seconda alla percentuale rispetto al totale nazionale. Sicilia 16.010 22%; Lazio 8.611 12%; Lombardia 6.599 9%; Campania 5.585 8%; Puglia 5.521 7%; Calabria 4.770 6%; Piemonte 4.207 6%; Emilia Romagna 4.003 5%; Toscana 3.170 4%; Veneto 2.977 4%; Marche 2.179 3%; Friuli Venezia Giulia 2.054 3%; Sardegna 1.510 2%; Liguria 1.433 2%; Molise 1.249 2%; Umbria 1.103 1%; Abruzzo 1.003 1%; Basilicata 990 1%; Trentino Alto Adige 847 1%; Valle d’Aosta 62 0%.

 

 

accoglienza, immigrazione, regioni


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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