Skip to main content
La sede della Rari Nantes vista dall'Arno

Firenze, Rari Nantes Florentia: lotta dura per restare in riva all’Arno. E la mitica squadra di pallanuoto torna in A

La sede della Rari Nantes vista dall'Arno
La sede della Rari Nantes vista dall’Arno

FIRENZE. Dopo la gioia per il ripescaggio in serie A1 della squadra di pallanuoto, retrocessa per la prima volta nella storia, la Rari Nantes Florentia ora aspetta di festeggiare la possibilità di restare nella storica sede fiorentina di Lungarno Ferrucci. La squadra di pallanuoto, carica di scudetti, è un mito dello sport italiano. Pino Valle, Giordano Goggioli, Gianni Lonzi, Gianni De Magistris sono solo alcuni dei nomi più famosi che hanno onorato i colori biancorossi. E ora si vuole andare avanti. Con impegno e determinazione.

TAR.Ieri, 7 luglio, c’è stata un’udienza davanti al Tar della Toscana in cui gli avvocati della società biancorossa hanno cercato per l’ennesima volta di dimostrare che non c’è nessun rischio idrogeologico per i locali della Rari in caso di piena dell’Arno.

Gaia Checcucci
Gaia Checcucci, segretario dell’Autorità di bacino dell’Arno

AUTUNNO. La sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale è attesa a breve: di sicuro entro l’estate perché altrimenti si darà corso alla citazione fatta dal’ex Provincia, ora Città Metropolitana di Firenze, affinché la sede della Rari Nantes Flroentia venga sgomberata (già a settembre) fino ai locali della piscina, di modo da poter demolire la struttura entro il 28 ottobre di quest’anno.

PIERI. Il presidente del sodalizio fiorentino, Andrea Pieri, ha più volte dichiarato di essere fiducioso di poter fermare le ruspe, anche nelle ultime ore: «Ci crediamo ancora, perché so che le parole non sono mandate al vento e quindi siamo in attesa che ci possa essere quanto meno una sospensiva affinché la politica veramente mantenga tutto quello che ha detto».

RENZI. Il riferimento è alle dichiarazioni del premier Matteo Renzi di fine maggio: «Salviamo Rari e Canottieri, io penso che possiamo salvarle per via amminstrativa» aveva detto il presidente del Consiglio riaccendendo la speranza dei fiorentini che nel frattempo si sono mobilitati anche attraverso una raccolta firme.

CHECCUCCI. Di soluzione amministrativa, parla anche il Segretario dell’Autorità di Bacino, Gaia Checcucci. «Il mio – spiega – non è un giudizio, ma solo una lettura della situazione, sono i risultati di pianificazione delle classi di pericolosità secondo il piano di gestione alluvioni».

PISA. Per Checcucci, l’ideale potrebbe essere adottare il cosiddetto “modello Pisa”. In quel caso, sotto il cappello di un accordo quadro tra enti locali, è stata adottata una variante alle norme del parco di San Rossore per tutelare le attività storiche che gravitano sul fiume.Qualcosa di analogo dunque potrebbe essere fatto per la Rari e i Canottieri. Un accordo a monte che coinvolga enti locali e autorità di bacino e che dia il via libera all’adozione di una variante urbanistica per il tratto urbano dell’Arno fiorentino.

DISTANZA. «Una soluzione legislativa – conclude Checcucci – la ritengo invece più complicata perché bisognerebbe cambiare il Regio Decreto del 1904». Ovvero la normativa che impone un vincolo di almeno 10 metri di distanza dall’Arno. E’ su quella misura che si gioca la partita: dovesse servire un Decreto Legge per mutare la distanza, sarebbe però tutto maledettamente più complicato perché andrebbe a investire tutto il territorio nazionale. Con il rischio che non ci siano i tempi tecnici necessari per salvare la Rari Nantes Florentia.


76ea2f3e4323bd5336253bbab7922c3a

Massimiliano Mugnaini

Giornalista

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Firenze Post è una testata on line edita da C.A.T. - Confesercenti Toscana S.R.L.
Registro Operatori della Comunicazione n° 39741
FirenzepostAMP