Firenze, commessa insultata sul lavoro dal suo capo donna perché ha partorito
FIRENZE – Dopo molte difficoltà, alla soglia dei 40 anni, era riuscita a concepire due gemelline. Ma quando è tornata al lavoro dopo il congedo per maternità ha dovuto subire pesantissime vessazioni.
Lei, una commessa di un negozio di telefonia in un centro commerciale fiorentino, prima si è sentita «suggerire» dalla direttrice dell’esercizio di non rientrare proprio al lavoro, dato che ormai era stata assunta un’altra persona per sostituirla.
Poi la direttrice le ha negato il part-time e infine una mattina, non appena la madre lavoratrice l’ha chiamata temendo di non arrivare in tempo in negozio a causa di un problema di salute della figlia, l’ha offesa e minacciata. I fatti sono riferiti dal quotidiano La Repubblica.
«Speravo tu fossi sterile – avrebbe detto la direttrice del negozio alla neomamma – mi hai ingannato, non m’importa nulla di te e di tua figlia». La commessa si è rivolta al giudice del lavoro del tribunale di Firenze tramite l’ex consigliera di Parità della Toscana, Marina Capponi.
In primo grado ha perso la causa ed è stata costretta a pagare le spese legali alla direttrice del negozio e a suo marito, il titolare. È stata la Corte d’Appello, pochi giorni fa, a ribaltare il giudizio in secondo grado: la mamma, che nel frattempo si è licenziata, ha subìto «discriminazione di genere» e va risarcita con 10 mila euro.
Nel pomeriggio di oggi, 13 luglio, sulla vicenda ha preso posizione il sindaco di Firenze, Dario Nardella: «Insultata e minacciata sul posto di lavoro perché mamma. Cosa c’è di più vergognoso? – ha scritto su Twitter il primo cittadino – Firenze è con lei, la aspetto a Palazzo Vecchio».