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Pensioni: è legge il decreto che assegna (a pochi) l’una tantum invece della perequazione

Palazzo Madama
Palazzo Madama

ROMA – È stato convertito in legge a Palazzo Madama il decreto del governo per applicare (si fa per dire) la sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato il blocco della riforma Monti-Fornero.

ARRETRATI – Dal primo agosto prenderà il via la restituzione parziale degli arretrati sono forma di una tantum e l’adeguamento degli assegni all`inflazione leggermente più generoso di quello riconosciuto negli ultimi anni per 3,7 milioni di pensionati. È questo, in estrema sintesi, quello che emerge dalla conversione in legge del decreto adottato dal Governo per rispondere alla sentenza della Corte costituzionale. Con la rata di agosto, a 3,7 milioni di pensionati sarà versato il «Bonus Poletti», come l’ha definito Matteo Renzi. La restituzione degli arretrati sarà progressiva: qualcosa in più a chi ha un assegno basso e qualcosa in meno a chi ha una pensione più ricca. Il rimborso va da 295 euro netti, per chi ha 2.700 euro (fascia tra 5 e 6 volte il minimo Inps). A chi sta fra 3 e 4 volte il minimo (1.700 lordi) andranno 750 euro netti. A nessuno sarà rimborsato più del 40% del dovuto. Al di sopra dei 3 mila euro lordi al mese non ci sarà alcuna restituzione.

INDICIZZAZIONI – Il decreto ha ridisegnato le regole dell’indicizzazione 2012-2013, lasciando l’adeguamento all`inflazione nella misura del 100% alle sole rendite di importo sino a 3 volte il minimo (481 euro nel 2012 e 485 nel 2013) e confermando l’esclusione totale per gli assegni oltre 6 volte il minimo. Invece, tra le tre e quattro volte (1.924 euro) il ricalcolo viene fatto per il 40% (dell`indice Istat), tra le 4 e 5 volte (2.405 euro) per il 20% e tra le 5 e 6 volte (2.886 euro) per il 10%. Per le rivalutazioni sul 2014 e 2015 la nuova legge ha limitato al 20% le fasce interessate al trascinamento del ricalcolo previsto per il biennio precedente.

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