Firenze: Filippo Neri chi? Nasceva 500 anni fa il più bel Santo del Rinascimento
FIRENZE – Cinque secoli fa, il 21 luglio 1515, nasceva a Firenze Filippo Neri «il più bel dono del Rinascimento alla Chiesa fiorentina prima di morire», come lo definì Papa Giovanni Paolo II. Esercitò la sua missione di carità ed apostolato a Roma, dove divenne sacerdote a 36 anni. Questo fa spesso dimenticare che egli è un figlio, tra i più illustri, di Firenze, dove visse fino all’ età di 19 anni. Il complesso di San Firenze si deve poi ai padri filippini, congregazione da lui fondata, presenti in città a partire dal 1640.
Filippo era secondogenito di un notaio. Perse la madre a 5 anni, ma fu trattato con affetto, con gli altri fratelli, dalla nuova sposa del padre. Manifestò ben presto il suo carattere pio e mite, tanto da suscitare simpatia e benevolenza unanimi. Trasse la passione per i libri dall’ educazione che gli impartì il padre. Ebbe formazione religiosa nella basilica di San Marco del Savonarola, al quale rimase sempre devoto nonostante la diversità del temperamento e dei metodi.
A Roma il suo limpido e tenace progetto di generosità si trasformò in un’esplosione di vitalità. La città eterna lo ricambiò con un trasporto raramente eguagliato. Nel Martirologio Romano di lui si legge «che, adoperandosi per allontanare i giovani dal male, fondò un oratorio, nel quale si eseguivano letture spirituali, canti e opere di carità; rifulse per il suo amore verso il prossimo, la semplicità evangelica, la letizia d’animo, lo zelo esemplare ed il fervore nel servire Dio». Canonizzato nel 1622, San Filippo Neri è patrono dei giovani.
Un fiorentino dunque, che nacque mentre era papa un Medici, Leone X°. Altro Medici futuro pontefice, Clemente VII°, era Arcivescovo di Firenze. Michelangelo aveva da poco completato la Cappella Sistina e si stava dedicando alla tomba di Giulio II°. Machiavelli aveva appena concluso «Il Principe».
Se guardassimo solo a quei tempi, per la nostra città ci sarebbe da essere ottimisti. Osservando invece il presente ci sembra che siano trascorsi non secoli, ma anni luce. Pensando alla Chiesa fiorentina anche i vari Dalla Costa, Facibeni, La Pira sono ormai un lontano ricordo: oggi prevale la stanchezza e la remissività.
Nell’imminenza dell’anniversario la ricerca di fonti presso una fiorentina non è stata incoraggiante. La vetrina e l’esposizione interna erano logicamente dominate da volumi di Papa Bergoglio e dalla sua recente enciclica: quella che, secondo Socci, si sofferma «sulla spazzatura differenziata e la pulizia dei fiumi». C’erano anche il romanzo «Youth», di quel Sorrentino che ne ha fatto un film che avrebbe dovuto sbancare Cannes, come pure un’ intervista a Gino Strada. Il commesso ha comunque riferito che un certo interesse su San Filippo Neri di recente c‘è stato e da un appartato scaffale ha estratto due volumi biografici: la loro collocazione era già di per sé indicativa delle attitudini attualmente prevalenti in ambito cattolico. Filippo Neri fu un Santo della Controriforma, fortemente legato a San Carlo Borromeo che lo voleva Milano e che affermava: «Le anime si conquistano con le ginocchia». Una spiritualità un po’ distante dalla teologia della liberazione.
Si potrebbe provare a chiedere a cattolici fiorentini oggi influenti, magari taluni davvero sedicenti, se conoscono la figura e l’opera di San Filippo Neri. Ma è opportuno evitare: qualche boy scout – anche autorevole – potrebbe domandare: «Filippo Neri, chi?». Meglio allora chiedere all’attore Gigi Proietti, che nel 2010 interpretò con convinzione lo sceneggiato televisivo «Preferisco il Paradiso».