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Libia: rapiti quattro italiani. Lavoravano per una società di costruzioni

libia

ROMA- In una nota appena diffusa, la Farnesina informa che quattro italiani sono stati rapiti in Libia nei pressi del compound dell’Eni nella zona di Mellitah. Si tratta di dipendenti della società di costruzioni Bonatti, di Parma. L’unità di crisi si è immediatamente attivata per seguire il caso ed è in contatto costante con le famiglie dei connazionali e con la ditta Bonatti. Come noto in seguito alla chiusura dell’ambasciata d’Italia in Libia il 15 febbraio, la Farnesina aveva segnalato la situazione di estrema difficoltà del paese invitando tutti i connazionali a lasciare la Libia.

AGGIORNAMENTO ORE 12: I «quattro italiani rapiti in Libia potrebbero essere stati sequestrati da miliziani armati vicini a Jeish al Qabali, l’Esercito delle tribù, ostili a Fajr Libia». Lo riferisce il corrispondente di Al Jazeera a Tripoli che cita fonti militari.

AGGIORNAMENTO ORE 19: Il Ministro Gentiloni ritiene che il rapimento non sia una ritorsione contro l’Italia per il suo appoggio in sede Onu al governo attualmente in formazione. intanto davanti al compound libico dove opera la fabbrica parmense è apparso uno striscione: “Freedom for Gino, Salvo, Filippo e Fausto”. Si tratta di Gino Tullicardo della provincia di Roma, Salvatore Failla di Carlentini (SR), Filippo Calcagno di Piazza Armerina (EN) e Fausto Piano di Capoterra (CA).Lo striscione è stato fotografato e postato su facebook da colleghi dei tecnici rapiti, secondo quanto riferisce la Gazzetta di Parma nella sua versione on-line.

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