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Immigrazione, oltre 12 mila profughi rimandati in Italia dopo aver passato le frontiere

Mar Mediterraneo, un profugo tratto in salvo dalla Marina militare italiana
Mar Mediterraneo, un profugo tratto in salvo dalla Marina militare italiana

BRUXELLES – La collaborazione europea in tema d’immigrazione fa acqua da tutte le parti. L’Italia accoglie una massa di migranti che vengono rispediti al mittente quando varcano la nostra frontiera per recarsi all’estero. I numeri sono impressionanti: dal primo gennaio al 31 luglio 2015 l’Italia ha dovuto riprendersene 12.456. I Paesi confinanti ce ne volevano restituire ben 16.305, ma abbiamo dimostrato che 4 mila non erano arrivati dall’Italia. In ogni caso, i numeri fotografano il problema: la grande mobilità interna all’Europa di decine di migliaia di migranti che passando dall’Italia cercano di raggiungere precise mete oltre confine.

FRANCIA – Viceversa, migranti che dall’Italia sono stati riconsegnati ai Paesi confinanti sono stati solo 591. Con la Francia, ad esempio, la situazione è la seguente: secondo Parigi, 11.202 migranti identificati in Francia erano arrivati dall’Italia. Noi abbiamo contestato questi numeri riconoscendone, alla fine, solo 7.758. Eritrei, etiopi, marocchini, afghani, tunisini, sudanesi. Tutti ritornati in Italia.

ARRIVI – E continuano gli arrivi in massa. Per Ferragosto, di questo passo, supereremo i 110.000 migranti soccorsi nel 2015. Il 10% in più rispetto all’anno scorso. La disponibilità di posti raggiunge i 120.000 migranti. Tutti questi dovranno sottoporsi all’iter burocratico delle commissioni per il riconoscimento dello status di profugo o richiedente asilo, che esamineranno le loro posizioni. E se l’esito fosse negativo, i richiedenti avranno sempre la possibilità di appellarsi alla giustizia e ai suoi tempi (biblici). Nel frattempo saranno ospitati e mantenuti in Italia, anche se molti proveranno a raggiungere i Paesi dell’Europa del Centro-Nord.

ESPULSIONE – Non è facile neppure eseguire i provvedimenti di espulsione dal nostro paese. Il tempo per l’espulsione è lungo. Occorre essere certi dell’identità e della nazionalità. La procedura d’identificazione attraverso il coinvolgimento delle rappresentanze diplomatiche e consolari dei Paesi di provenienza ha bisogno di tempo. I migranti vengono trattenuti nei Cie, che sono strutture protette, sorvegliate. Dall’anno scorso, il tempo di permanenza nei Cie non può superare i tre mesi. Ma i posti disponibili sono molto ridotti: oggi sono soltanto 539 mentre nel 2012 arrivavano anche a 1.813. Ma in seguito molti Cie sono stati chiusi perché ritenuti inadeguati.


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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