
Migranti, liti fra partiti e vescovi. Ma il Governo che fa?

Sono da tempo note le polemiche instaurate dalle forze politiche in tema d’immigrazione. Da una parte la Lega di Salvini contraria apertamente agli ingressi selvaggi – appoggiata recentemente anche da Grillo, oltre che dalla Meloni – dall’altra i partiti della sinistra e le forze cattoliche, fautrici dell’accoglienza ad ogni costo. Su questo tema si è pronunciato anche Papa Francesco, propagando il verbo della fraternità e delle porte aperte ai migranti.
GALANTINO – Ma improvvisamente anche i vescovi italiani, per bocca di monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, sono entrati a gamba tesa nel dibattito, confermando di essere favorevoli alla politica dell’accoglienza, ma criticando aspramente quei partiti che chiedono di porre un limite all’ingresso dei migranti. Galantino, usando parole poco diplomatiche, ha definito gli esponenti della Lega e del M5S (pur senza nominarli) dei piazzisti da quattro soldi che utilizzano il tema dell’immigrazione per acquisire voti. Quest’intervento, pesante e fuori luogo, ha provocato il plauso della sinistra, la reazione immediata di Lega e movimento dei grillini, ma anche del responsabile dell’immigrazione di Forza Italia, Giorgio Silli, che ha affermato: «Non credo sia elegante che la Chiesa entri nel dibattito nazionale mettendosi al pari delle forze politiche come se fosse un sindacato o una normale associazione».
PREFETTI – La questione, come si ricorderà, aveva suscitato un aperto dissidio anche fra prefetti e Governo, con la sostituzione del prefetto di Treviso, reo secondo Renzi e Alfano, di aver ceduto alle pressioni delle forze politiche di destra. Resta però un tema delicato e complesso, sul quale recentemente anche il prefetto Mario Morcone, Capo del Dipartimento dell’immigrazione del Ministero dell’interno, si è distinto con un dotto e aulico intervento spiegando in concreto quali sono i criteri concordati fra Stato, Regioni e Sindaci per la redistribuzione dei migranti.
MORCONE – Seguiamo le parole di Morcone. Dal 10 luglio 2014 la Conferenza Unificata, cioè il Tavolo in cui siedono le rappresentanze dello Stato, dei Comuni e delle Regioni, ha deciso con un gesto lungimirante di organizzare l’accoglienza sui territori del Paese in una proporzione determinata da un mix di parametri che concordati fra le parti. Con questa decisione generosa e intelligente – sono sempre parole di Morcone – la Conferenza Unificata, per la prima volta in questo Paese, ha deciso di affrontare una pressione migratoria così imponente costruendo una stabile infrastruttura dell’accoglienza e coinvolgendo tutti coloro che hanno responsabilità di governo.
AMBIGUITÀ – Dall’attuazione di questo sistema è nata però una dannosa ambiguità, che lo stesso Morcone riconosce di aver constatato di persona in giro nelle varie province italiane. Da un lato il Governo chiede che i prefetti rispettino le attese e le istanze di coloro che i cittadini hanno eletto e cioè i sindaci (che spesso si mettono di traverso), dall’altro si suggerisce ai prefetti d’imporre ai sindaci le soluzioni «sgradite» così che loro abbiano la possibilità di subire la scelta, ma al tempo stesso di protestare contro il governo allineandosi al dissenso dei propri elettori.
ACCOGLIENZA – Tutto bello e tutto aulico, nel perfetto stile di un’intellettuale della Magna Grecia. Peccato che Morcone non affronti il principale problema che i cittadini e molti sindaci pongono. Passi per l’accoglienza diffusa, ma anche in questo quadro fino a quando, nell’assenza d’interventi dell’Europa e degli altri paesi dell’Unione, potremo sopportare i massicci arrivi che ogni giorno gravano soprattutto sulle nostre regioni del Sud, la cui generosità non potrà essere infinita? E quali rimedi, quale strategia intende applicare il Governo per fermare i flussi incontrollati e incontrollabili dei disperati che arrivano non solo dall’Africa, ma anche dall’Oriente? Può l’Italia sopportare un afflusso di milioni di migranti, quanti si prevede continueranno ad affluire attraverso il Mediterraneo e le altre frontiere?
TENSIONI – Il sistema esposto da Morcone finora ha retto in alcune zone del paese, ma in altre sta creando tensioni sociali che non possono essere attribuite alla sola volontà politica e al «soffiare sul fuoco» delle istituzioni e dei partiti della destra, quelli che la sinistra definisce di tendenze xenofobe o razziste. Spesso la protesta viene spontaneamente dagli strati più deboli della popolazione, da quelle periferie dimenticate dai vari governi – di destra, di centro e di sinistra – che si sono succeduti alla guida del paese e delle istituzioni locali in questi ultimi trent’anni.
Ma su questo né Morcone né alcun rappresentante del governo, né tanto meno monsignor Galantino hanno speso una parola, non sapendo fornire né una previsione né tanto meno una risposta. Molti cittadini sono stanchi di esternazioni retoriche, di promesse inconcludenti, di parole al vento. Vorrebbero che il Governo facesse chiaramente conoscere con quali strumenti e con quali risorse vuol gestire il problema dell’immigrazione, che rischia di creare, anche a breve, tensioni sociali difficilmente controllabili. Ma forse non hanno le idee chiare nemmeno coloro che ci governano, e si procede navigando a vista come i gommoni dei disperati che attraversano il Mare Nostrum.
