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La Fiorentina 2015-2016? Da terzo-quarto posto. Mario Sconcerti sbaglia…

Paulo Sousa: comincia l'avventura in campionato con i viola
Paulo Sousa: comincia l’avventura in campionato con i viola

Dovrebbe essere un campionato, quello 2015-2016, destinato a passare alla storia. Anzi: destinato a fare la storia. Perché l’introduzione della tecnologia – le telecamere sulle porte – pare possa far sparire i gol fantasma. L’arbitro vedrà in tempo reale e non dovrà battersi il petto, più tardi, davanti ai fotogrammi della moviola. Personalmente sono aperto all’innovazione, anche se credo che, alla fine, per questione di millimetri o di semplice inquadratura, l’incertezza resterà. E le polemiche continueranno a essere devastanti.

MERCATO – Ma anche il dubbio è bello nel calcio. Così come i tormentoni. Ormai da un paio di mesi, tutte le mattine, “La Gazzetta dello sport” fa stare sulle spine il popolo del pallone con due interrogativi “angoscianti”: l’attaccante Ivan Perisic si deciderà a lasciare il Wolfsburg per andare all’Inter? E la Juve riuscirà finalmente a portare a Torino l’esterno offensivo Alex Draxler, che lo Schalke 04 non vuol lasciar partire? Da quasi otto settimane, tutti i giorni, si parla di “assalto decisivo”. O di “stretta finale”. Sempre rinviati. Intendiamoci: i colleghi della “Gazzetta” fanno, e direi molto bene, il loro mestiere. Il calciomercato è un toccasana per i giornali, soprattutto in momenti estremamente bui per l’editoria. Un mio antichissimo direttore, Luigi Chierici (a “Stadio”, primi anni Settanta) raccontava la storiella dell’italo brasiliano Angelo Benedicto Sormani, che, secondo quasi tutti i giornali, doveva passare dal Mantova al Milan, alla Roma, alla Juve e ovunque. Il corrispondente mantovano di “Stadio”, ottimamente informato, scriveva invece che non si sarebbe mosso. E per quella stagione ebbe ragione lui (l’anno dopo Sormani andò alla Roma per mezzo miliardo, ma questa è un’altra storia…). Il problema? Che “Stadio”, dicendo la verità, non guadagnò copie. Paradossale? Il mercato, spesso farcito di bufale, serve a far sognare i tifosi. Per questo tira.

SCUDETTO – Sul piano pratico, invece,  mezzo secolo di professione mi ha insegnato che quasi mai, in Italia, si vince lo scudetto solo spendendo tanti soldi. Diverso è il discorso in Inghilterra, in Germania e Spagna: perché lì fanno investimenti da capogiro. Non mi sono meravigliato, nel 2014, quando il Real Madrid ha conquistato la Champions dopo aver speso, oltre al resto, 100 milioni tondi  per prendere l’esterno Bale dal Tottenham. E il Barcellona non ha battuto la Juve, nella finale 2015, anche con il gol  visto di Neymar ( schierato con Messi, Mascherano, il “mordace” Suarez e via dicendo…)  preso dal Santos (l’ex squadra di Pelè)  per più di cento milioni. Con l’aggiunta, secondo quanto fu scritto, di un “regalo” per il babbo del giocatore. E’ vero tuttavia che il Milan (con Carlos Bacca, che mi ricorda tanto Josè Altafini), l’Inter (con Jovetic e Kondogbia), la Roma (più con Dzeko che con Salah) e lo stesso Napoli (Higuain farà molto bene con Sarri) possano aver fatto un salto di qualità. E credo anche che la Juve sia rimasta un tantino più avanti a tutte grazie alla conferma di un talento assoluto come Pogba e all’arrivo di quello straordinario giocatore che è Dybala. Scalzare la Juve non sarà facile.

FIORENTINA – Detto tutto ciò, credo che la Fiorentina abbia la possibilità d’inserirsi e, anzi, di fare qualche dispetto agli squadroni appena citati. Voglio dire che potrebbe piazzarsi, ancora una volta, al quarto posto. E se le girasse il vento giusto addirittura al terzo. Sbaglia, secondo me, il collega Mario Sconcerti che, sul “Corriere della Sera”, inserisce i viola nella fascia di mezzo, insieme a Genoa, Sampdoria, Udinese, Torino. Conosco Mario da oltre 45 anni: muovevamo i primi passi in questo mestiere, a Coverciano, per ascoltare Artemio Franchi e Ferruccio Valcareggi o per veder arrivare Giancarlo Antognoni convocato per la nazionale juniores, quando giocava ancora in serie D, nell’Asti Macobi. Mario Sconcerti è critico con la Fiorentina. Forse pensa che sia scaduta di fascia perché ha perso Mario Gomez (e Salah…) senza sostituti capaci d’impressionare il mercato. Anch’io non sono mai stato tenero nei giudizi sui viola. La ragionevolezza, e l’aspetto professionale, devono sopravanzare sempre la passione. Però ho visto giocare la Fiorentina di Paulo Sousa:  mi pare una formazione molto più accorta (e accorta a centrocampo e in difesa) di quella dei due anni di  Montella. Davanti arriva in porta con tre passaggi, mentre nella stagione passata, per via dell’elaborata manovra montelliana, le serviva … un quarto d’ora.  Gli avversari facevano in tenpo a chiudere ogni varco.

SOARES – E’ ovvio che non mi sono lasciato incantare dalle vittorie estive su Barcellona e Chelsea, ma sono intrigato dal gioco di Sousa e dal suo procedere in punta di piedi. Naturalmente mi auguro che Pepito Rossi sia quel che promette di essere: un giocatore nuovo, completamente guarito e senza timori. E spero anche che nelle qualità di Bernardeschi: che non è ancora Baggio come lo hanno voluto descrivere, ma che pare sulla strada giusta per far sognare Firenze. Mi auguro, infine, che fra Kalinic e Babacar s’inneschi una gara pazzesca: a chi fa più gol. Con l’obiettivo di conquistare la maglia titolare, da prima punta. Ecco, caro amico Mario Sconcerti, se tutto questo, che non è impossibile, si dovesse realizzare, la Viola andrebbe collocata in fascia alta. La riprova? Già domenica sera, contro il Milan: sperando che Gonzalo Rodriguez e compagni non lascino Bacca-Altafini libero in area come fecero nelle semifinali di Europa League con il Siviglia. Bloccato Bacca e tenuto sotto controllo Luis Adriano, il Milan non è imbattibile. Come l’anno scorso. E spero anche che la tecnologia sappia scacciare i fantasmi. O meglio: i gol-fantasma. La storia ci ricorda che il Milan, a Firenze, talvolta abbia vinto anche con i gol-non gol. Che poi l’arbitro faceva diventare gol.

Carlos Bacca, Fiorentina, Inter, Juventus, Milan, Paulo Sousa


Sandro Bennucci

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