Festa dell’Unità, diktat di Renzi: basta con le lotte interne nel Pd (ma D’Alema che ne pensa?)
MILANO – Basta con le discussioni interne, parliamo dei problemi veri. Lo ha detto Matteo Renzi alla festa dell’Unità a Milano. ”Non è normale che il Pd, il primo partito in Europa – ha concluso – passi il tempo a rincorrere discussioni interne”. “Se si usa la riforma costituzionale per dire no, per ripartire da capo, si sappia che la forza di chi dice si è più grande. Si discuta, si dialoghi ma il Pd è questo”. Anche perché “stiamo rimettendo in moto l’Italia tutti insieme”. Bene, ma ora bisognerà vedere quali saranno le reazioni di Bersani, D’Alema e compagni, che negli ultimi giorni hanno fatto sentire la loro voce, soprattutto sulla spinosissima questione della riforma del Senato.
Il premier ha parlato poi del tema dei migranti e ha rivendicato la crescita dell’Italia e la bontà del jobs act. Ecco alcune delle frasi centrali del suo discorso: Dobbiamo essere orgogliosi del jobs act– ”Nel jobs act ci sono cose di cui vorrei fossimo orgogliosi”. Lo ha detto il premier Matteo Renzi alla festa Dell’Unità di Milano sottolineando che ”abbiamo trasformato ciò che era precario in stabile”.
Unioni civili, dopo anni di rinvii faremo la legge – “Dopo anni di rinvii avremo una legge sui diritti civili. Lo facciamo per noi, per la dignità del nostro paese. Facciamo le mediazioni possibili ma poi si chiude”. Sfido i sindacati, aboliamo caporalato– “Il caporalato sia disintegrato e su questo voglio sfidare i sindacati: su questo punto possiamo fare un’iniziativa insieme anziché fare battaglie ideologiche”.
Non è Pd contro destre ma umani contro bestie– “C’è un elemento di umanità sotto il quale non si può scendere, non si può strumentalizzare anche la vita. Non c’è il Pd contro le destre, ci sono umani contro le bestie. Dobbiamo tornare a essere umani”. Così Matteo Renzi mostrando dal palco della Festa del Pd la foto del bambino trovato morto sulla spiaggia di Bodrum. Una foto simbolo.
Infine il messaggio finale a minoranze interne e opposizioni. Per rimettere in modo il paese, il presidente del consiglio sa che non serve solo l’agenda ma anche l’unità del Pd. «Basta dire no, c’è chi dice sì e crede nell’Italia», scandisce tra gli applausi sottolineando, ad esempio, il successo dell’Expo. Questo è il ritmo di marcia che Renzi seguirà anche alla ripresa, «si discute e si dialoga, poi si decide». Ora la palla passa alla minoranza, ossia D’Alema e compagni.