
Immigrazione: anche l’opinione pubblica, in Europa, si spacca sull’accoglienza

Le foto della morte del piccolo Aylan su una spiaggia turca hanno colpito al cuore l’opinione pubblica mondiale ed europea e hanno favorito, in alcuni paesi, un cambiamento di rotta in favore dei rifugiati.
GERMANIA – In Germania l’accoglienza prestata a molti richiedenti asilo che provenivano dall’Austria era approvata, la settimana scorsa, dal 66 %, secondo un sondaggio effettuato dal canale pubblico ZDF. Al contrario solo il 29 % degli interrogati criticava questa decisione. Un altro sondaggio dell’11 settembre mostrava che, se il 61 % dei tedeschi stimava che i rifugiati non costituissero una minaccia, il 38 % affermava di temere fortemente questi arrivi in massa di rifugiati.
FRANCIA – La situazione è più confusa in Francia. Un sondaggio realizzato per BFM-TV il 9 settembre indicava che il 53 % dei Francesi era favorevole all’accoglienza dei rifugiati, ma una contemporanea ricerca per Paris-Match et i-Télé dimostrava che il 57 % degli intervistati considera che i Siriani sono « migranti come gli altri ».
ITALIA – Il ribaltone è più chiaro in Italia. Secondo un sondaggio pubblicato il 12 settembre su La Repubblica, una buona maggioranza (61 %) si è dichiarata in favore dell’accoglienza dei rifugiati sbarcati sulle nostre coste. Una percentuale migliore di 20 punti rispetto a un precedente sondaggio del mese di giugno. Due fattori sono risultati fondamentali: la pubblicazione della foto del piccolo Aylan e l’appello di papa Francesco perché ogni parrocchia si rendesse disponibile ad accogliere una famiglia di migranti.

SVEZIA – La Svezia era già uno dei paesi europei più aperti all’accoglienza e la foto del corpo del piccolo Aylan ha avuto in quel paese un impatto ancor più drammatico in quanto la famiglia del piccolo intendeva stabilirsi in Svezia, chiedendo l’asilo in quel paese. Decine di migliaia di persone hanno manifestato a favore degli immigrati. La televisione pubblica svedese SVT ha promosso raccolte di fondi che hanno potato a racimolare somme considerevoli.
BELGIO – Il dibattito si è rivelato più acceso in Belgio, là dove Bart De Wever, il capo del partito nazionalista fiammingo (NVA), ha proposto di limitare i diritti, in particolare quelli sociali, acccordati agli immigrati e ha invitato gli europei a non avere sensi di colpa, soprattutto dopo la diffusione delle foto. Nelle Fiandre è sorta una polemica in merito all’atteggiamento dei grandi media, accusati di sostenere una posizione diversa da quella della maggioranza silenziosa, contraria all’accoglienza, mentre nella parte francofona del paese sono state lanciate accuse di populismo e xenofobia ad alcune trasmissioni della principale emittente privata,
CECHIA – Nei paesi che risultano più ostili all’accoglienza anche i media sono stati più prudenti nella pubblicazione delle foto di Aylan. I media cechi e slovacchi le hanno pubblicate soltanto due giorni dopo e nelle pagine interne. Il capo redattore del giornale ceco più diffuso, MF Dnes, Jaroslav Plesl, ha spiegato la non-pubblicazione con il suo « rifiuto di lasciarsi dominare dai sentimenti». Tutta la classe politica ceca ha seguito lo stesso comportamento, così come l’opinione pubblica.
SLOVACCHIA – In Slovacchia soltanto il quotidiano liberale Dennik N ha pubblicato la foto, ed è stato l’unico giornale che ha invitato il governo ad accogliere un numero di rifugiati superiore ai 200 cristiani siriani proposti dal premier Robert Fico. Le frasi xenofobe che si rallegravano della morte del piccolo Aylan sono state talmente numerose, in particolare sui social network, che il ministero dell’interno si è sentito in dovere di ricordare che gli autori delle frasi erano passibili di sanzioni pecuniarie o addirittura di reclusione. .
UNGHERIA – Anche in Ungheria i media vicini al governo hanno sottaciuto l’accaduto; la divulgazione d’una email interna mostra che la televisione ungherese aveva la consegna di non filmare i bambini. Perciò è stata diffusa dai mass media alla popolazione l’immagine dei rifugiati come uomini prevalentemente giovani, aggressivi contro i poliziotti.
POLONIA – In Polonia una lieve maggioranza della popolazione (53 %) si è dichiarata favorevole all’accoglienza, ma di questa solo il 16 % era favorevole all’accoglienza indiscriminata, mentre il 37 % l’accettava a condizione che l’UE o l’ONU finanziassero le spese necessarie. E il 55 % dei polacchi si oppone alla fissazione di quote obbligatorie europee.
Come si può rilevare i sondaggi pubblicati nei vari paesi europei confermano che la posizione assunta dai governanti si è uniformata al sentimento espresso dalle loro popolazioni. Favorevoli, ma con alcuni distinguo i paesi della vecchia Europa, contrari nettamente quelli della nuova Europa del blocco dell’est. Sono esattamente gli orientamenti ufficializzati dai governanti dei 28 paesi in occasione dei recenti summit europei e sono prese di posizione che rendono sempre più difficile stabilire una politica europea comune dell’accoglienza. Mettendo nei guai Italia e Grecia, da sempre in prima linea nel sopportare l’invasione dei migranti.
