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Pensioni: nuova giravolta del governo. Padoan: inseriremo (forse) la flessibilità in uscita nella legge di stabilità

Renzi e Padoan
Renzi e Padoan

ROMA – Sarà la legge di stabilità la sede per la settima salvaguardia degli esodati, “ultima e definitiva” secondo le intenzioni del governo, e per estendere “opzione donna”, evitando così il passaggio brusco ad un sistema altrimenti troppo penalizzante. E sarà sempre nella manovra 2016 che potrebbe trovare spazio anche la nuova flessibilità in
uscita (sicuramente selettiva) fortemente voluta dal premier Matteo Renzi.

PADOAN – L’annuncio è arrivato dal ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che fino ad oggi aveva escluso la coincidenza tra intervento sulle pensioni e legge di stabilità. “Il governo è impegnato ad analizzare la questione a partire dalla legge di stabilità”, ma qualsiasi novità, ha precisato immediatamente dovrà essere “compatibile con il quadro di finanza pubblica”. La preoccupazione del ministro resta infatti quella di trovare le risorse necessarie per un eventuale allargamento delle maglie entro i saldi delineati nella Nota di aggiornamento al Def (documento di economia e finanza), entro cioè quel limite massimo del deficit al 2,2% (o al 2,4% se passerà anche “la clausola migranti) fissato solo la scorsa settimana e appena sottoposto all’attenzione del Def. Ogni cambiamento rispetto all’attuale sistema che prevede un aumento dell’età pensionabile “va attentamente valutato, – ha premesso immediatamente il titolare del Tesoro in audizione in Parlamento insieme a Giuliano Poletti – sia per le implicazioni sui saldi pubblici, sia per le conseguenze sulla credibilità dell’impegno del governo ad assicurare la sostenibilità del debito pubblico, sia per valutare le implicazioni sul processo di riduzione della pressione fiscale e di sostegno alla crescita economica”. Insomma un colpo al cerchio e uno alla botte, interventi da un lato, compatibilità finanziaria dall’altro, un guazzabuglio di difficile soluzione.

ESODATI – Lo sforzo di tutto l’esecutivo comunque c’è. La priorità sarà data agli esodati, in primis per quelli in situazione di disagio economico, e ad opzione donna. Per le due questioni, secondo le indicazioni dei ministri, potrebbero infatti essere utilizzate risorse già esistenti, non sfruttate e quindi “risparmiate” nelle precedenti salvaguardie. Per attivarle servono due passaggi: il primo è affidato alla Conferenza dei servizi che dovrà certificare innanzitutto le risorse spese e quelle non spese, il secondo spetta invece al governo, che una volta identificati i risparmi passati dovrà sbloccarli con una norma di legge in deroga al principio dell’annualità (appunto la manovra).

FLESSIBILITÀ – Risorse nuove saranno invece necessarie per la flessibilità in uscita e qui la trama potrebbe complicarsi non poco, visto che le coperture in arrivo per la manovra dalla spending review sembrano essere inferiori ai 10 miliardi previsti. L’intervento potrebbe essere dunque riservato a casi particolari ed un suggerimento in questo senso arriva da Tito Boeri. Secondo il presidente dell’Inps, se ad esempio si volesse introdurre nel sistema pensionistico “una maggiore flessibilità tenendo conto delle problematiche delle donne, sarebbe importante non ripristinare vecchi requisiti di anzianità contributiva, vantaggiosi per gli uomini”. Non a caso, gli assegni degli uomini sono oggi il 40% superiori rispetto a quelli delle donne. Guardando alle misure di flessibilità Boeri invita inoltre a stabilire delle “soglie minime” di assegno per evitare uscite forzate, svantaggiose per il lavoratore.

SINDACATI – L’idea di accorpare tutto in manovra non piace però affatto ai sindacati. “Il Governo – attacca il segretario della Cisl Annamaria Furlan – non può confondere i termini della discussione, facendo il gioco delle tre carte su esodati, opzione donna e flessibilità pensionistica”. Per la Cgil, “affrontare gli esodati in legge di stabilità vuol dire non avere niente sul tavolo”. Il segretario Susanna Camusso va giù dura:”la sensazione è che il Governo si stia arrovellando nel cercare un modo di trasferire ancora una volta sui lavoratori i costi di una legge sbagliata”.Un monito che arriva anche dal numero uno della Uil: sulle pensioni – dice Carmelo Barbagallo – il governo eviti pasticci. Mezze misure rischiano di creare confusione e ingiustizie”.

Hanno ragione i sindacati. La sequela di annunci e smentite, caratteristica tipica del governo Renzi, deve essere interrotta. Non è serio e non è giusto che un’intera categoria di lavoratori (gli esodati) e i pensionati siano sottoposti a continui stress a causa delle decisioni e delle intenzioni ondivaghe di un governo che su questi temi non sembra proprio avere le idee chiare.

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