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Sanità: Renzi taglia le analisi. E Rossi taglia tutto. Sarà curato chi pagherà

Nonostante la crisi la sanità toscana ha tenuto ed è migliorataNei quindici anni in cui è stato prima assessore alla sanità e poi governatore, Enrico Rossi ha raschiato il fondo del barile della sanità. E ora il sistema salute è precarizzato, abbandonato e paralizzato dalla fase di transizione dovuta alla riforma del governatore che, ad esempio, non consente di fare nuovi concorsi per ripianare gli organici data l’assenza di direttore sanitario. Ma è solo un esempio. Cosa mai potrà accadere, con i nuovi tagli dinanzi a cui ci pone il governo Renzi? Il timore è che in ragione di una supposta appropriatezza delle prescrizioni venga del tutto compromessa, in più al resto che già è ridotto al lumicino, l’attività di prevenzione sanitaria. L’orizzonte per la sanità toscana è a tinte fosche. Ma difficilmente – con 444 milioni di taglio alle erogazioni statali definite dal governo Renzi, il decreto sull’appropriatezza che sta suscitando la rivolta dei medici e la riforma «ammazza-sanità» studiata da Rossi – potrebbe essere altrimenti e rimanere nella sfera del verosimile.

Il presidente della Toscana aveva detto basta ai tagli del governo sulla sanità, confermando quanto da noi sempre asserito ovvero che è già stato raschiato il fondo del barile. Sui servizi, ovvio, perché gli apparati di burocrazie tra poltrone e strapuntini lievitano anziché no. Ora però invece ecco che con il decreto sull’appropriatezza delle prescrizioni puntualmente arrivano tagli all’attività di screening e prevenzione. Si tratta di prescrizioni il più delle volte orientate ad escludere problemi di tipo oncologico, tanto per fare un esempio. Che il medico debba essere messo in condizione di non prescrivere, nel dubbio, un accertamento potenzialmente salva-vita è davvero una crudeltà. In Toscana lo è ancor di più, dal momento che oltre alle tasse i cittadini si sobbarcano il ticket più oneroso della penisola e che la battaglia sull’appropriatezza nella nostra regione è già stata fatta. Se oggi i medici minacciano lo sciopero non si può non comprenderne le motivazioni.

Il fronte dell’impoverimento dell’offerta sanitaria viene poi ad aprirsi in uno scenario che già vede il settore in sofferenza. In Toscana il sistema è sempre più precarizzato e abbandonato. Blocco delle graduatorie, mancata copertura dei primariati vacanti che l’assenza di direttore sanitario rende impossibile perché non si possono indire i concorsi come nel caso di Arezzo, tagli ai servizi che dalle Apuane alla Maremma riempiono le cronache locali come a Lucca, dove mancano posti letto ospedalieri e il personale sanitario è sovraccarico di lavoro, a San Miniato dove l’ospedale perde il servizio di otorino, a Bibbiena dove è a rischio il punto nascita e via tagliando e crisi delle associazioni di volontariato soffocate dai debiti anche per incuria da parte della Regione, come nel caso della Croce Verde di Carrara che ha appena chiuso, dolorosamente, i battenti.


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Stefano Mugnai

Vice presidente vicario gruppo Coraggio Italia alla Camera

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