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Immigrazione: i Paesi Ue non vogliono più i profughi. Oggi partono dall’Italia solo in 70

migranti

ROMA – Nonostante i buoni propositi e le dichiarazioni ottimistiche del nostro ministro, Angiolino Alfano, il piano del cosiddetto ricollocamento dei profughi arrivati in Italia e Grecia e da distribuire in Europa va avanti molto a rilento per mancata disponibilità di molti stati ad accogliere. Secondo fonti Ue addirittura attualmente i posti sarebbero già esauriti.

POSTI – Fino ad oggi, tra bracci di ferro, divisioni, veti, i Paesi dell’Unione che hanno accettato di accogliere i profughi sbarcati sulle coste italiane hanno messo a disposizione un numero minimo di posti: 150. Il programma approvato dalla Ue prevede 40mila ricollocamenti soltanto dall`Italia e nell`arco di due anni. Di questo passo ci vorranno decine di anni.

PARTENZE – Il Viminale nel frattempo annuncia che le partenze continuano. «Il piano sta funzionando» sostiene infatti il ministro dell`Interno Angelino Alfano. Oggi «altri settanta migranti lasceranno l`Italia per essere trasferiti in Finlandia e in Svezia».

PIANO – Con il piano europeo per ora in panne (su 32 Stati tra Ue e associati a Schengen hanno risposto in 19; sulle 775 unità di accoglienza previste ne sono state attivate appena 291; sugli stanziamenti pianificati mancano ancora 2,3 miliardi di euro) prevalgono al momento sempre più i segnali di paesi contrari all’accoglienza.

OLANDA – L`Olanda ha deciso di consegnare una lettera a tutti i richiedenti asilo con la quale li mette in guardia che la loro richiesta non verrà esaminata prima di sei mesi, e che nel frattempo verranno accolti in tende o al massimo in centri sportivi.

GERMANIA – In Germania Henriette Reker, 58 anni, eletta sindaco nella città di Colonia, alla vigilia del volo è stata accoltellata da uno xenofobo dichiarato contrario alla politica favorevole ai profughi.

SVEZIA – In Svezia è andato a fuoco un centro di accoglienza, ed è il quarto nel Paese in appena una settimana. La polizia dichiara che sospetta il dolo.

SLOVENIA – La Slovenia comincia a blindare le frontiere. Il governo di Lubiana ha deciso di non affidare i confini alla sola polizia ma di rinforzare i controlli con l`esercito. La Slovenia è un paese di due milioni di abitanti che si è visto arrivare in pochi giorni ventimila profughi, dopo che l`Ungheria aveva alzato i “muri” alle frontiere.

CROAZIA – La Croazia ha chiuso e riaperto a singhiozzo i passaggi, e secondo i media di Zagabria – ma non c`è una dichiarazione ufficiale del governo – starebbe meditando di imitare l`Ungheria costruendo una barriera ai confini con la Serbia.

E in vista dell’inverno migliaia di profughi rischiano così di restare allo sbando senza ripari, al freddo, senza servizi igienici né cibo. Si profila così il nuovo fallimento della politica europea dell’immigrazione. Non c’è che dire, in tempo di crisi gli egoismi prevalgono sempre sulla solidarietà, e chi è nei guai (Italia e Grecia) sembra purtroppo destinato a cavarsela da sé.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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