
Agenzia delle entrate: i ricorsi dei dirigenti declassati. Contrasti fra il ministero e direttore Rossella Orlandi

ROMA – Si complica la questione dei dirigenti ‘retrocessi’ dell’Agenzia delle Entrate. Molti dirigenti degradati dell’Agenzia guidata da Rossella Orlandi hanno preferito dare le dimissioni. Tra gli ultimi a lasciare, Pasquale Cormio, per anni capo dei controlli dell’Agenzia in Lombardia, una regione che da sola, nella lotta all’evasione, fa il 40% del gettito da controlli. Nei giorni scorsi circa 400 dirigenti declassati hanno fatto causa per danni alla stessa Agenzia e alla presidenza del Consiglio dei ministri.
Intanto si apprende che l’ufficio legislativo del ministero dell’Economia avrebbe inviato, il mese scorso, una lettera alla direttrice dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, nella quale spiegava come applicare le norme del decreto enti locali, quello nel quale il governo ha inserito una norma per superare il blocco dell’Agenzia determinato dalla sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato illegittimi 800 dei 1.200 dirigenti del Fisco perché promossi senza concorso.
AGENZIA – L’Agenzia, per bocca della sua Direttrice, aveva invece chiesto che sulle modalità di applicare le nuove regole, fosse interpellato il Consiglio di Stato. Una richiesta che ha lasciati «perplessi» i funzionari del Tesoro, «dal momento che la norma in questione è stata predisposta da questi uffici in piena e costante collaborazione con codesta Agenzia». Conseguenza: richiesta respinta. Insomma, è chiaro che tra governo e Agenzia delle Entrate siano ai ferri corti.
ORLANDI – Tanto più che la direttrice Orlandi, in un convegno della Cgil, ha pubblicamente sostenuto che di questo passo «le Agenzie rischiano di morire». Una presa di posizione che non sarebbe piaciuta al governo. Infatti, in un’intervista al Corriere della Sera, il sottosegretario all’Economia, Enrico Zanetti, ha addirittura affermato che si sentirebbe «più tranquillo» se alla guida del Fisco «non ci fosse qualcuno pronto a fare in pubblico il gioco del “l’avevo detto io”». Quasi una sfiducia in diretta verso i vertici dell’Agenzia.
SINDACATI – Ma si muove anche il fronte sindacale. La Dirpubblica, che a suo tempo aveva ottenuto con i suoi ricorsi la sentenza della Consulta, ha presentato una formale richiesta di commissariamento dell’Agenzia, alla quale Palazzo Chigi dovrà rispondere entro 30 giorni. La Dirstat, invece, attraverso il suo vice segretario Pietro Paolo Boiano, ha acceso un faro sul caso dell’incarico da dirigente esterno assegnato ad un funzionario interno messo in aspettativa, in merito al quale il governo sarà chiamato a rispondere in parlamento.
Proprio nel momento nel quale la struttura del fisco dovrebbe essere attrezzata per potenziare la sua lotta contro l’evasione fiscale si è scatenata questa lotta intestina che non promette di sortire un esito positivo. E dire che a suo tempo Rossella Orlandi sembrava godere del gradimento del premier Matteo Renzi. Ma evidentemente, col tempo, le cose mutano.
