Dipendenti statali: in 4 anni persi 390 euro. Che vogliono recuperare con il nuovo contratto
ROMA – Gli statali non hanno torto quando reclamano un adeguamento del trattamento economico che faccia loro recuperare quanto perso nei sei anni di blocchi contrattuali, dichiarati illegittimi dalla Corte costituzionale. In questo periodo le loro buste paga sono divenute più leggere, come certificano i dati Istat. Da cui emerge come dal 2010, anno in cui è partito il blocco, al 2014, ultimo aggiornamento, la perdita sia stata pari a 390 euro, guardando alla retribuzione lorda pro capite. Il calcolo è sulle somme correnti, senza considerare l’erosione dovuta all’inflazione.
STIPENDIO – Si è infatti passati da uno stipendio medio annuo di 34 mila e 662 euro a uno di 34 mila 272. Analizzando la spesa complessiva sostenuta dalla Pubblica Amministrazione per i redditi da lavoro dipendente il risparmio, sempre tra il 2010 e il 2014, è stato di 8 miliardi e 734 milioni euro. I redditi, che mettono insieme retribuzioni e contribuiti pagati dal datore di lavoro, in questo caso la P.A, sono scesi da 172 miliardi 548 milioni del 2010 a a 163 miliardi e 814 milioni. Solo nell’ultimo anno la riduzione è stata di un miliardo e 96 milioni.
CALO – Un calo su cui ha pieni effetti, oltre al blocco della contrattazione, anche il tetto al turnover. E, infatti, i posti di lavoro si sono ridotti a 3,3 milioni da 3,5 milioni di cinque anni prima. A riguardo l’Istat specifica che si tratta del numero delle unità di lavoro equivalenti a tempo pieno (Ula), che misura l’effettivo input di lavoro impiegato nelle attività delle amministrazioni pubbliche. Nel dettaglio si sono perse 176 mila unità.
per questa serie di motivi i sindacati sono sul piede di guerra, reclamando attenzione dal governo che sembra guardare alla categoria del pubblico impiego come una palla al piede da eliminare e ridurre.
roberto
La perdita di 396 euro e l’inflazione subita dagli attuali stipendi avrebbe comportato una perdita di potere d’acquisto di beni consumi e servizi se non ci fossero stati i risparmi a mantenere lo stesso potere d’acquisto!
Ma non è così!
L’inflazione di tipo speculativo è iniziata nel 2002 con l’introduzione dell’euro! Infatti ciò che compravamo con 1936,27 lire dovevamo comprare anche con 1 euro! Invece con il cambio di 1000 lire = 1 euro nella compravendita quotidiana di beni,consumi e servizi, di fatto,il potere d’acquisto si è dimezzato, non solo per i pubblici dipendenti, ma del monte salari,stipendi e pensioni nel suo insieme! Da qui è iniziato la “razzia” dei risparmi e finiti questi è iniziata la recessione con la conseguente colossale disoccupazione in specie di quella giovanile anche in virtù dell’allungamento dell’età pensionabile! E’ vero! I conti INPS e di altri Enti previdenziali sono in deficit! Ma dobbiamo dire, ancora una volta, che a causa dell’evasione fiscale tutti gli anni mancano a questi Enti previdenziali circa 70 miliardi! Questo vero cancro sarà ridotto a termini fisiologici applicando l’articolo 53 della Costituzione!