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Commercio e turismo: i fallimenti delle aziende continuano a livello elevato (1860 nel 2015)

Il turismo toscano torna a crescere, grazie agli stranieri

ROMA – Mentre l’Istat continua a sfornare statistiche a getto continuo a favore del premier (sembra diventato un ente governativo) l’analisi delle associazioni di categoria mostra dell’Italia una realtà ben diversa. L’Osservatorio trimestrale sul Commercio e Turismo condotto da Confesercenti ci informa che nel terzo trimestre del 2015  i fallimenti tornano ad aumentare. La ricerca evidenzia che dopo i risultati  positivi dello scorso trimestre, a luglio, agosto e settembre di quest’anno sono state infatti ben 530 le imprese di commercio e turismo che hanno portato i libri in tribunale. “Si tratta – sottolinea lo studio – del  dato trimestrale più alto dal 2009, inizio delle serie storica, superiore del 5,6% ai 502 fallimenti dello stesso periodo dello scorso anno e di oltre il 123% rispetto a quelli registrati nel terzo trimestre 2009.

FALLIMENTI – In media, nei primi nove mesi dell’anno, hanno avviato le procedure fallimentari circa 7 negozi o attività turistiche al giorno, per un totale che supera le 1.860 unità. In termini di percentuale di fallimenti sul totale  delle imprese  la maglia nera va all’Umbria dove da inizio anno sono state 43 le attività turistiche e commerciali a portare i libri in tribunale: 2,6 ogni mille imprese attive nel commercio o nel turismo. Seguono a pari merito, in questa classifica negativa, Lombardia e Lazio, con 2,1 imprese fallite ogni mille. La Toscana risulta quinta in questa speciale graduatoria. I risultati migliori, invece, si registrano in Molise (solo 0,8 imprese fallite ogni mille), Basilicata (1,06 su 1000) e Sardegna (1,15). vedi i fallimenti totali nel 2015, distinti per regione.

PAGAMENTI – Migliora invece la situazione pagamenti nel commercio e nel turismo.  Nel terzo trimestre dell’anno, le imprese del commercio che hanno saldato con un ritardo grave (oltre i 30 giorni rispetto alla data di scadenza) sono state il  23,1%, in calo dell’1,1% sul dato di giugno. “L’osservatorio CRIBIS  D&B per Confesercenti di questo trimestre ci mostra chiaramente che, nonostante si inizino a percepire i primi segnali di miglioramento, gli effetti della crisi siano ancora lungi dall’essere smaltiti”, spiega Mauro Bussoni, Segretario Generale di Confesercenti.”Commercio e Turismo – prosegue  – vengono da una fase negativa durata quattro anni aggravata dal crollo dei consumi e – nel caso dei negozi – dalla deregulation degli orari, e da cui non sarà facile uscire senza sostegno.

PROPOSTE – Per tutelare questi due settori, che garantiscono milioni di posti di lavoro, c’è bisogno di agire subito. Per questo le organizzazioni di categoria chiedono che venga inserito nella Legge di Stabilità 2016 uno Stimulus Package per le attività turistiche e per i negozi delle nostre città. “Un pacchetto di misure – conclude la nota – che  preveda, fra le molte cose, l’introduzione di cedolare secca e canone concordato anche per le attività turistiche e commerciali, nonché una fiscalità premiale per i negozi che aprono in locali sfitti da almeno tre anni, contribuendo così al recupero delle zone più degradate della nostra città. Serve, però, anche un intervento per  stimolare l’arrivo del credito alle PMI dei due settori ed un passo indietro sulla liberalizzazione degli orari: la vigente  deregulation è tra le più estreme d’Europa, e permette di aprire h24 tutto l’anno. Un regime insostenibile per i piccoli del commercio, che continuano a fallire e chiudere: nei primi 8 mesi di quest’anno abbiamo già perso oltre 6mila negozi”

commercio, fallimenti, Turismo

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