Firenze, gli scontrini di Renzi? «Solo alla fine dell’indagine della Corte dei Conti»
FIRENZE – Gli atti relativi a scontrini e ricevute dei pasti in svariati ristoranti fiorentini di Matteo Renzi da sindaco e, successivamente, di Dario Nardella «non saranno resi disponibili per motivi di riservatezza fino al termine dell’indagine da parte della Corte dei Conti, così come concordato con la procura della stessa magistratura contabile».
Lo spiega Palazzo Vecchio in una nota, oggi 12 novembre. Il Comune «ha sempre garantito e sempre garantirà la trasparenza e la massima disponibilità nell’accesso agli atti», si difende l’Amministrazione.
La nota giunge dopo che il consigliere di Firenze a Sinistra, Tommaso Grassi, ha simbolicamente «occupato» nei giorni scorsi Palazzo Vecchio, barricandosi in una stanza «fino a che non mi daranno accesso agli atti come è nel mio diritto di consigliere comunale», aveva dichiarato. E dopo che l’inviato della trasmissione tv «Le Iene» aveva chiesto delucidazioni al sindaco Nardella oltreché allo stesso Grassi.
Contattato da FirenzePost, Grassi spiega: «Da venerdì scorso 6 novembre abbiamo chiesto, invano, all’Amministrazione che cosa impone questa riservatezza. Non dubitiamo che la Corte dei Conti l’abbia chiesta sulle indagini, ma perché dovrebbe averla chiesta sugli scontrini? A chiederli è un consigliere comunale, che ha, a sua volta, l’obbligo alla riservatezza e quindi a non divulgarli. Ma deve poter svolgere il suo lavoro per la trasparenza pubblica».