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Province: i presidenti – sindaci bussano a quattrini. Ma la riforma non doveva far risparmiare?

Firenze, Palazzo Medici Riccardi
Firenze, Palazzo Medici Riccardi

ROMA – Forti preoccupazioni “per una manovra finanziaria che non sana l’emergenza sui bilanci delle aree vaste, che fa mancare 500 milioni ai servizi essenziali e rischia, se non corretta, di creare diseguaglianze tra i cittadini delle grandi aree urbane e i cittadini che abitano nel resto del territorio – il 70% del Paese – su diritti ineludibili, a partire dalla messa in sicurezza e manutenzione di strade e scuole”. Questo l’allarme lanciato dai sindaci Presidenti delle Province in una lettera aperta ai Deputati impegnati nella discussione della Legge di stabilità 2016.

SINDACI – “Noi sindaci – si legge nell’appello inviato a tutti i deputati – siamo impegnati come Presidenti delle Province ad attuare con spirito di servizio la legge 56/14. Ma il nostro impegno e la nostra responsabilità non sono sufficienti: se la Legge di Stabilità 2016 che vi apprestate a varare non sarà modificata, non avremo risorse adeguate per continuare a garantire la copertura delle funzioni fondamentali. Abbiamo urgenza di risorse minime – sottolineano i Presidenti – che non serviranno per far sopravvivere un ente, ma esclusivamente per l’erogazione di servizi essenziali. Se non sarà raccolto questo nostro appello, se nella manovra finanziaria non si troveranno risposte questi servizi si ridurranno drasticamente o addirittura si interromperanno e i cittadini che non vivono nelle grandi aree urbane, si sentiranno abbandonati dalle istituzioni. Si tratta di garantire il diritto all’uguaglianza”.

CONTRIBUTI – Insieme alla lettera, i sindaci Presidenti di Provincia ribadiscono le richieste di modifica alla Legge di stabilità ritenute essenziali: dall’incremento del contributo previsto per strade e scuole, alla costituzione di un fondo nazionale di 50 milioni per il mantenimento degli equilibri finanziari; dalla copertura integrale delle spese da sostenere per l’assistenza alla disabilità, che ammonta a circa 113 milioni, all’eliminazione delle sanzioni per lo sforamento del patto 2015, alla moratoria dei mutui accesi dalle Province con Cassa Depositi e Prestiti per l’anno 2016. “Misure essenziali per non mandare in dissesto gli enti”, cui si aggiungono proposte di prospettiva, prima fra tutte la trasformazione delle nuove aree vaste in hub in grado di svolgere per i Comuni la funzione di stazione unica appaltante e la gestione associata delle funzioni comunali.

Le province e le città metropolitane stanno muovendo i primi passi e già gli amministratori cominciano a chiedere ulteriori fondi. È proprio vero: l’appetito vien mangiando e regioni e enti locali non sono mai sazi.

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