Toscana, oltre 170 immobili confiscati alla mafia. Ma per assegnarli ai Comuni ci vogliono anni
FIRENZE – Sono oltre 170 i beni confiscati alla mafia e alla criminalità in Toscana, su oltre 17 mila e cinquecento in tutta Italia. Purtroppo, solo quaranta sono stati affidati ai territori per quell’uso sociale che prevede la legge. La Tenuta di Suvignano a Monteroni d’Arbia in provincia di Siena, con i suoi 713 ettari di terreni e tredici immobili, è tra quelli in attesa.
«La Toscana è da sempre in prima linea – sottolinea l’assessore regionale alla sicurezza e alla cultura della legalità Vittorio Bugli – ma abbiamo bisogno che lo Stato ci aiuti ad assegnare i beni confiscati senza dover aspettare anni. In questo modo i Comuni potrebbero utilizzarli per fini sociali. In questo senso ho trovato ampia convergenza con il prefetto Umberto Postiglione, che da circa un anno guida l’Ansbc (Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata), e che nell’ultimo periodo ha di fatto accelerato l’iter di assegnazione ai comuni».
I numeri sono stati al centro del tavolo della legalità e della conferenza dei beni confiscati alla mafia riunito dall’assessore Bugli, a cui hanno partecipato il direttore dell’Ansbc, la prefettura di Firenze, rappresentanti delle forze dell’ordine, sindaci e amministratori, l’ufficio scolastico regionale ma anche associazioni, da Arci a Libera, dalla Fondazione Caponnetto ad Avviso Pubblico, dall’associazione Cieli aperti all’associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili, dalla Fondazione toscana per la prevenzione dell’usura a Legambiente, la Fondazione Raggio di Luce, Legalità e giustizia, Cesvot, centro volontariato, sindacati. Una lunga lista.
Sono trentuno i Comuni che ospitano sul loro territorio beni o aziende confiscate definitivamente. Il numero più alto, 43 immobili, si concentra a Marciano della Chiana in provincia di Arezzo. Le aziende sequestrate si concentrano invece a: Aulla, Campi Bisenzio, Licciana Nardi, Prato e Sesto Fiorentino, una a testa per i primi tre, un paio per gli ultimi due.