Immigrazione, Christine Lagarde (FMI): i migranti mettono in pericolo l’Unione Europea
DAVOS – Il dramma dei rifugiati in fuga verso l’Europa apre una breccia al Forum economico mondiale, dove Christine Lagarde lancia l’allarme sulle conseguenze che avrebbe una sospensione del trattato di Schengen per la libera circolazione delle persone in Europa, fra le preoccupazioni maggiori del Fmi assieme all’ipotesi di un addio della Gran Bretagna all’Unione europea. E dall’Italia il premier Matteo Renzi dice che la proposta, che verrà discussa lunedì a Bruxelles, “tradisce l’idea di Europa”.
EUROPA – Le difficoltà dell’Europa nell’affrontare la crisi umanitaria hanno acceso molti dei dibattiti a Davos, uno dei quali era intitolato ‘L’Europa sta per rovesciarsi?’. Gli afflussi di migranti aumentati a dismisura dalla guerra in Siria hanno spinto alcuni Paesi a chiudere le frontiere, mentre nel Mediterraneo si continua a morire: solo questa settimana decine di persone sono morte, fra cui 20 bambini, sono morte tentando di attraversare l’Egeo.
SCHENGEN – Con i Paesi nordici che di fatto imputano a quelli del Sud l’incapacità nel gestire i flussi, il tema rovente di Schengen va al consiglio dei ministri dell’Interno Ue lunedì ad Amsterdam: secondo il quotidiano tedesco Welt la Germania, insieme ad Austria, Belgio, Svezia e Danimarca, Paesi con un’elevata presenza di immigrati che entrano principalmente dai confini meridionali e orientali dell’Unione, vorrebbero prolungare i controlli su alcune frontiere interne. E’ durissimo il monito alla Grecia: “se Atene non farà di più per rendere sicure le sue frontiere esterne, si dovrà discutere apertamente di una sua espulsione temporanea” da Schengen, avverte il ministro dell’Interno austriaco Johanna Mikl-Leitner.
LAGARDE – E’ in questo clima – con l’Italia e la Grecia che avrebbero molto da perdere dato che gli immigrati avrebbero maggiori difficoltà a muoversi verso nord una volta sbarcati – che la Lagarde lancia il suo allarme: in cima alle preoccupazioni del Fmi c’è il voto sul ‘Brexit’, previsto entro la fine del 2017 mentre Londra cerca concessioni dall’Ue. E c’è il futuro del trattato di Schengen: fra ipotesi di sospensione e chiusure temporanee delle frontiere, per il Fmi l’Europa mette gioco la sopravvivenza dell’accordo del 1985. Rischia di essere un “o la va o la spacca”, avverte la francese in corsa per un secondo mandato al Fmi. Un gioco in cui l’Europa mette a rischio un suo pilastro fondamentale tanto da creare, agli occhi del Fmi, rischi globali.
RENZI – PADOAN – Da Mantova, Renzi (che già ieri aveva fatto fronte comune sul tema con l’omologo francese Manuel Valls) rincara la dose: “quando qualcuno fuori dall’Italia immagina di poter affermare che il problema dell’Ue è Schengen e quindi bisogna chiudere le frontiere, immaginando che questo ci metta al riparo, bisogna avere la forza di dire che chi mette in discussione l’idea di frontiera in Europa non soltanto fa un passo indietro rispetto alla storia ma tradisce l’idea stessa di identità europea. Chi mette in discussione oggi l’idea della libera circolazione, afferma un’idea della vita basata sulla paura”. E il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, a Davos come Lagarde, è più esplicito su quello che sarebbe l’impatto di una sospensione di Schengen sull’Eurozona, basata non solo sulla moneta unica ma su persone, merci e capitali liberi di circolare. “Qualcuno oggi ha detto che se Schengen crolla l’euro non avrebbe problemi. Io non sono di questa opinione. La tenuta dell’euro è un problema non solo finanziario ma di fiducia reciproca e di volontà o meno di stare insieme.”