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Unioni civili accordo di maggioranza Renzi-Alfano: stralciata la Stepchild adoption. E voto di fiducia

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ROMA – Si profila un maxiinciucio sulle unioni civili, visto che il premier si è convinto che l’unica soluzione per non andare sotto al Senato, dove il Pd da solo non ha la maggioranza, è quella di trovare l’accordo con gli alleati di Governo di Ncd, quindi con Angelino Alfano, anche a costo di sacrificare le stepchild adoption. Tagliando fuori il Movimento Cinque Stelle e Beppe Grillo.

ALFANO – Alfano ha dichiarato: «Se ci dovesse essere con il premier un accordo su un emendamento che riscriva il testo di legge sulle unioni civili con l’eliminazione delle adozioni e dell’equiparazione al matrimonio, si potrebbe votare con la fiducia». Anzi, di più: «Io credo – spiega il leader di Ncd – che un testo così si possa votare con il consenso di ampi settori di Forza Italia».

MAGGIORANZA – Ai sì della maggioranza di governo, dovrebbero poi aggiungersi anche quelli dei verdiniani di Ala. Del resto, ha detto ancora oggi alla stampa estera il premier Renzi: “non si tratta di concedere qualcosa ad altri, ma dobbiamo arrivare a 161. Siamo 112 e con qualcuno questo accordo va fatto”.

RENZI – La trattativa nella maggioranza è dunque in stadio avanzato. Ieri il premier, intervenendo all’Assemblea nazionale del Pd, ha calato la sua proposta per sbloccare l’impasse: rinunciare all’adozione del figlio del partner, cercare un’intesa di governo con Ncd e mettere la fiducia sul testo frutto dell’accordo. Il problema – ha spiegato Renzi – è che in Senato non ci sono i numeri. L’unica via per salvare la stepchild adoption sarebbe puntare sui Cinque stelle e «sperare» che non si tirino anche questa volta indietro. Ma il premier non si fida più, perché «il loro obiettivo è fare il male del Pd».

FIDUCIA – Ecco quindi spiegata la svolta di Renzi, pronto a stralciare le adozioni: «Così non si va avanti da nessuna parte, quindi o con un emendamento del governo o con la strada dell’accordo parlamentare spero che nell’arco di qualche giorno si possa chiudere al Senato. Dobbiamo mettere fine ad un lungo rinvio costante». Il governo metterà la fiducia su un maxiemendamento che escluderà dal testo l’articolo 5 e l’articolo 3.

MINORANZA DEM – Certa l’opposizione e il malumore della minoranza Pd, per la quale è già pronta una contropartita: il Pd alla Camera presenterà un disegno di legge per una riforma organica della normativa sulle adozioni che risale al 1983, dove verrà inserita la parte sulla stepchild. Ecco perché buona parte della sinistra, pur di portare a casa la legge sui diritti, potrebbe far buon viso a cattivo gioco. Perfino l’ex deputata Paola Concia, paladina dei diritti, avverte che «si rischia il Vietnam e quindi non dobbiamo essere troppo drastici: teniamo i nervi saldi e portiamo a casa un risultato storico».

SCALFAROTTO- Anche il più strenuo sostenitore in seno all’esecutivo della legge comprensiva di stepchild adoption, il sottosegretario Ivan Scalfarotto, sembra disposto ad accettarne lo stralcio. «Nel male, meglio nulla che sostituire la stepchild con l’affido rinforzato come chiedono i centristi». Ora la parola passa all’assemblea dei senatori del Pd con il premier, convocata per domani (martedì) alle ore 13. Intanto i tempi si allungano: il possibile voto sulla fiducia è già previsto slitti alla prossima settimana. Renzi dunque non si smentisce: accordi variabili quasi con chiunque pur di arrivare allo scopo.

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