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Pensioni, l’esperto del Pd: inutile e ingiusto intervenire sugli assegni alti (di chi ha lavorato una vita)

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Il tema delle pensioni e degli interventi necessari in questo delicato settore è stato più volte al centro di polemiche, discussioni, interventi da parte di politici, esperti, sindacalisti, presidenti di enti previdenziali e assistenziali. Si è distinto in questo particolare esercizio filosofico – economico il Presidente dell’Inps, Tito Boeri, fiero nemico dei pensionati d’oro, le cui elucubrazioni e le cui proposte hanno talvolta scavalcato le iniziative della politica, provocando una scorretta invasione di campo, condannata da molti.

BOERI – Il bocconiano presidente è stato più volte smentito e contestato da esponenti della sua area politica – della sinistra in generale, per intenderci – ma stavolta le sue asserzioni sono state praticamente demolite in un articolato commento di Giampaolo Galli – economista e deputato Pd – pubblicato proprio sull’organo ufficiale del partito: L’Unità.

PENSIONI D’ORO – Riferendosi alle esternazioni di Boeri sulla riforma del sistema pensionistico Galli osserva che peraltro, alla fin fine, neppure la proposta Inps contiene il ricalcolo delle pensioni sopra i 3.500 euro lordi secondo il metodo contributivo, un ricalcolo che, a detta di molti, è concettualmente iniquo e praticamente inattuabile. E’ iniquo perché al 90enne di oggi glielo si doveva dire 40 anni fa che si sarebbe fatto il ricalcolo, in modo da dargli il tempo e la possibilità di fare scelte di vita diverse riguardo al lavoro, all’età di pensionamento, al risparmio. Per di più questo ricalcolo è praticamente inattuabile per il semplice motivo che non esistono i dati retrospettivi sui contributi e non si possono obbligare i pensionati a rintracciare cedolini di 50 o anche 70 e più anni addietro.

CONTRIBUTI – Galli aggiunge correttamente un’altra considerazione. Il fatto che le pensioni sopra i 3.500 euro lordi, che poi sono 2.500 netti, siano poche centinaia di migliaia riflette in larga misura decenni di storia segnata da evasione fiscale e contributiva di massa. Molti hanno pensioni bassissime perché non hanno pagato i contributi, ma hanno accumulato cospicui patrimoni che consentono loro una vecchiaia dignitosa. Colpendo le pensioni cosiddette d’oro, ma che tali in realtà non sono, si colpisce quella minoranza di italiani, per lo più lavoratori dipendenti, che hanno pagato tasse e contributi per tutta la vita. E si crea ansia fra milioni di persone che non sanno se stanno sopra o sotto la soglia e hanno ragione di temere che un domani la soglia verrà abbassata per far fronte alle esigenze di cassa dello Stato.

Non è in questo modo che si può dare una mano al rilancio dei consumi, alla ripartenza dell’economia, a ristabilire una equità sociale che tenga conto di tutti i fattori in gioco, e non soltanto di alcuni. Ci pensino Boeri e i suoi e riconsiderino alcune proposte inaccettabili anche da questo Governo e da questo premier, che pure ha dimostrato più volte di avere la massima fiducia nel Presidente dell’INPS e di non apprezzare particolarmente, anzi direi di osteggiare apertamente i poveri pensionati.


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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