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L'artigianato fiorentino in grande affanno nel 2013

Lavoro e mestieri 2016: boom per estetisti, parrucchieri, manutentori di paesaggi. In crisi l’edilizia (muratori, carpentieri, imbianchini)

Cna Toscana presenta i dati del primo semestre 2014 e le previsioni per il 2015

ROMA –  Il periodo lungo di crisi e la sempre maggior presenza di mano d’opera straniera ha fatto cambiare il quadro dell’artigianato in Italia. Tra il 2009 e il 2015 si è verificata un’emorragia di muratori, carpentieri, idraulici, falegnami, imbianchini, serramentisti, tutti mestieri legati all’edilizia in crisi.  Mentre sono aumentate le imprese di pulizia, i manutentori di paesaggi e tutte le figure dedicate alla cura della persona come estetiste e parrucchieri. I dati riportati da Unioncamere e Infocamere, basati sull’iscrizione al registro delle imprese, testimoniano il cambiamento radicale del mercato del lavoro.

La crisi dell’edilizia- Il settore dell’artigianato ha registrato tra il 2009 e il 2015 un calo di 117mila unità (-8 per cento), pur con una rilevante presenza di imprese straniere (circa 350mila), che rappresentano circa il 10% dell’imprese individuali collocate in Italia. L’emorragia più grave si è registrata tra i muratori (- 35.800), a seguire carpentieri (-6100), idraulici (-3500), falegnami (-3450), imbianchini (-2600), serramentisti (-2000).

Altri lavori – Si sono dimostrati in forte crescita invece molti nuovi lavori, ai quali gli italiani si sono adattati per far fronte alla crisi. Nel 2016, sono aumentate le imprese di pulizia, giardinaggio e figure professionali, come estetiste e parrucchieri. Hanno registrato un vero e proprio boom i servizi di take away (+3240 unità), cibo su ordinazione, un modo rapido di risolvere il problema «fame» ma anche un nuovo costume di vita.  Molto richiesta, inoltre, e per questo sono disponibili soprattutto i giovani, è la figura del fattorino, riscontrandosi una sempre crescente domanda da parte delle  persone della comoda consegna di prodotti a domicilio.

Secondo il presidente di Unioncamere Ivan Lo Bello «i dati dimostrano che il mondo dell’artigianato ha messo in campo nuovi modelli di sviluppo per reagire alla crisi, ma è necessario preservare quelle tradizioni e quelle competenze che sono l’espressione più elevata del nostro saper fare e che rendono i nostri prodotti unici e riconoscibili nel mondo».

 

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